Economia

Pressing enti locali su futuro Mirafiori

Mirafiori torna al centro del dibattito politico e sindacale. Succede a Torino, dove all`indomani del tavolo in Regione Piemonte tra sindacati ed enti locali sulle prospettive di Fca in Piemonte, Appendino e Chiamparino hanno scritto una lettera aperta all`a.d. di Fca per sollecitare un incontro da fissarsi “al più presto” per illustrare le “preoccupazioni” e “i suggerimenti” sul futuro di Mirafiori e degli altri stabilimenti del territorio. Un incontro, è scritto nero su bianco, che avvenga in tempo utile per poter influire sul nuovo piano industriale 2018-2022 del Gruppo, che Marchionne presenterà il primo giugno a Balocco. La missiva inviata a Marchionne per tempistica e contenuti sembra piuttosto irrituale rispetto ai recenti rapporti tra gli enti locali piemontesi e Fca. Ma del resto anche il tavolo in Regione Piemonte ha scardinato i soliti riti: il tavolo con gli enti locali, sollecitato da Fiom, si è allargato a tutti i sindacati metalmeccanici, seppellendo almeno in apparenza antiche ruggini e riti di tavoli separati. Secondo: Chiamparino e Appendino senza tanti giri di parole hanno parlato di “rallentamenti significativi nelle attività produttive in essere segnalate anche dal ricorso alla cassa integrazione in reparti che non ne avevano mai fatto praticamente uso finora”. Tradotto: il ritorno della cassa integrazione a singhiozzo da inizio anno alle Presse di Mirafiori, così come a Grugliasco, dove si sfornano due modelli Maserati. Nella missiva si parla di “tangibili incertezze sulle prospettive future delle attività produttive” e “di mancanza di riscontri sui nuovi modelli” annunciati nel precedente piano industriale e “di cui a tutt’oggi non si ha notizia né sul se, né sul quando”. Mai in passato Comune e Regione avevano chiesto conto delle promesse di Fca e del famoso secondo modello “di gamma Premium che avrebbe dovuto completare le produzioni dello stabilimento di Mirafiori” e che dovrebbe riportare al lavoro altre 1.250 tute blu.

All`orizzonte c`è la scadenza degli ammortizzatori sociali a settembre. Insomma il tempo stringe, come hanno sottolineato d più parte ieri i sindacati, visto che il secondo modello di sicuro non debutterà a Mirafiori entro il 2018. Terzo: gli enti locali hanno richiamato Fca, anche su resto della galassia torinese: dagli Enti centrali, in cui lavorano colletti bianchi che non sono passati indenni alla cassa integrazione, al Centro ricerche Fiat (Crf), che come ha detto ieri Chiamparino fanno di Torino un “headquarter ingegneristico”. “Alla luce delle imponenti trasformazioni dell’intero settore dal superamento del diesel, all’autonomous drive, fino allo sviluppo dell’elettrico, aspetti che non ci sfuggono, ci preoccupano anche qui le incertezze che vediamo circa l’attivazione di progetti che in questi vari campi potrebbero contribuire a mantenere, se non a sviluppare, la centralità nel campo della ricerca automotive della nostra città”. Progetti che – hanno rimarcato Appendino e Chiamparino – in qualche caso godono di contribuiti pubblici frutto di accordi intercorsi e già operativi”. I due amministratori locali hanno quindi paventato “il rischio che importanti centri di ricerca come Crf e attività di progettazione come gli enti centrali possano subire ripercussioni serie e negative anche sul piano occupazionale”. Appendino e Chiamparino si sono poi detti preoccupati anche per le “incertezze riguardo alle strategie future di Fca, che ci auguriamo non vedano ulteriori modifiche degli equilibri territoriali del gruppo, di cui Torino è, e deve restare, uno dei punti di riferimento strategici”. 

L`incontro, hanno sottolineato in ultimo Appendino e Chiamparino, servirà ad illustrare a Marchionne la “strumentazione, anche finanziaria, che la città di Torino e la Regione Piemonte hanno già messo a disposizione del gruppo in alcuni campi e che potranno ancora mettere in campo per contribuire a rafforzare il ruolo di Torino e del Piemonte come polo internazionale europeo e globale della produzione automotoristica”. Nel panorama incerto post elezioni e dopo il blitz del ministro Calenda sulla vicenda Embraco, le prospettive di Mirafiori tornano ad essere terreno di interesse politico. E non tutti tra i sindacalisti vedono di buon occhio questa fuga in avanti degli enti locali. “Un incontro tre mesi prima della presentazione del piano industriale è una novità, ma credo che prima del primo giugno l`azienda non svelerà nulla” ha chiosato Claudio Chiarle, segretario della Fim torinese, che invita ad “evitare allarmismi e a fermare la corsa ad alzare i toni. Alcune cose di fatto sono alla scadenza naturale. Il secondo modello a Mirafiori l`azienda lo ha annunciato in più occasioni e sono convinto che Marchionne lo farà, perché in questi anni ha investito su Grugliasco e Mirafiori. Il secondo modello arriverà, ma con una tempistica un po` più lunga”. Di diverso avviso la Fiom, che aveva sollecitato la discesa in campo degli enti locali. “”E’ una lettera molto chiara sia nell’evidenziare le preoccupazione che noi e gli altri sindacati abbiamo espresso sia nel chiedere un confronto sulle prospettive di Fca dell’area torinese. Vedo un salto di qualità nelle parole e nell’atteggiamento di Appendino e Chiamparino rispetto al passato e agli ultimi anni” ha chiosato Federico Bellono, segretario della Fiom torinese. “Di fronte ad un richiamo così forte degli enti locali, ciattendiamo che l’azienda non si sottragga al confronto. Ci attendiamo altrettanta chiarezza e forza, nel farsi carico di questi problemi, anche da parte di chi costituirà il prossimo governo” ha aggiunto Bellono.

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