Politica

Primo passo falso per Macron, l’Eliseo “inciampa” sui media. Ma poi aggiusta il tiro

L’Eliseo getta acqua sul fuoco, ma ormai la scintilla è divampata e già si parla di un primo passo falso di Emmanuel Macron, o quanto meno del suo staff. Con una lettera aperta al presidente della Repubblica, appena cinque giorni dopo l’insediamento all’Eliseo del nuovo capo di stato francese, una quindicina fra quotidiani e altri media hanno protestato contro la decisione di scegliere i giornalisti che avrebbero accompagnato il presidente nel Mali, primo viaggio all’estero di Macron, ieri, per rendere visita alle truppe francesi. “Signor Presidente, non tocca all’Eliseo scegliere i giornalisti”, è il titolo della lettera aperta pubblicata su diversi quotidiani fra cui Le Monde e Liberation. Per questo viaggio già, a margine del primo Consiglio dei ministri, l’Eliseo aveva fatto sapere che avrebbe scelto e contattato direttamente i giornalisti che avrebbero accompagnato Macron nei suoi spostamenti, privando le redazioni di questa scelta, giustificando il nuovo modus operandi in base a criteri di specializzazione sul tema della visita.

Oggi l’Eliseo tenta di calmare gli animi: “I giornalisti che si sono preoccupati possono stare tranquilli. L’Eliseo non intende fare il lavoro delle redazioni”, ha rassicurato la presidenza inviando una lettera a Reporters sans frontières (RSF). Sylvain Fort, responsabile della comunicazione, ha ammesso che “in un paio di casi, effettivamente, vi era una relazione personale tra un giornalista specializzato in difesa e i membri della cellula”. Ma ha assicurato che la presidenza non vuole assolutamente “imporre un giornalista piuttosto che un altro”. Già altri due episodi hanno segnato una rottura rispetto ai rituali precedenti. Il giorno dell’insediamento di Macron la sala stampa era stata chiusa, anche per i giornalisti con accrediti permanenti, poco dopo la cerimonia. E anche nel giorno del primo Consiglio dei ministri, giovedì, l’Eliseo ha evocato “ragioni pratiche” per l’organizzazione della foto di famiglia del primo governo Macron, nel quali i neo-ministri sono stati blindati e la stampa tenuta lontana.

 

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