Primo test per Trump, Senato discute nomina di Sessions. Il senatore: “Indagini su Clinton? Pronto a ricusarmi”

Primo test per Trump, Senato discute nomina di Sessions. Il senatore: “Indagini su Clinton? Pronto a ricusarmi”
10 gennaio 2017

Il primo grande test per la nuova amministrazione Trump è al Senato statunitense per l’audizione per la conferma come segretario alla Giustizia del senatore Jeff Sessions (foto con Trump). Sarà probabilmente la nomina più discussa e attaccata dai democratici, che per dimostrare l’inadeguatezza di Sessions punteranno sul suo passato, quando fu accusato di razzismo. Session si è difeso dalle accuse di razzismo davanti alla commissione. Nel suo discorso di apertura, ha dichiarato: “Sono stato accusato nel 1986 di non aver protetto il diritto di voto degli afroamericani e anche di aver nutrito simpatie per il Ku Klux Klan. Queste sono accuse false”.  Poi, ha tracciato alcuni punti della sua agenda. “Se sarò confermato, perseguiremo sistematicamente i criminali che usano le armi […] e quelli che violano ripetutamente i nostri confini”. “Mi impegno a rendere il dipartimento di Giustizia una forza unificatrice per migliorare le relazioni tra la polizia e le comunità. Il dipartimento di Giustizia non deve mai venir meno nel proteggere i diritti civili di ogni americano, in particolare dei più vulnerabili”.

LA STRATEGIA Prima dell’inizio dell’audizione, al momento dell’ingresso di Sessions in aula, numerose persone hanno protestato, mostrando cartelli contro la “xenofobia” e il “razzismo”. Due persone, vestite come membri del Ku Klux Klan – organizzazione razzista – sono state arrestate. Non ci sono, in realtà, grossi dubbi sul fatto che la nomina di Sessions sarà confermata. Il presidente eletto, Donald Trump, non si accontenta però di una semplice conferma: vuoi che il senatore emerga indenne dall’audizione, in modo che abbia le mani libere per mettere in atto la sua agenda politica da segretario alla Giustizia nonostante il controverso passato. Per farlo, secondo Politico, lo staff di Trump e i senatori repubblicani hanno preparato una strategia per far emergere i legami di Sessions con i moderati repubblicani e democratici e gli sforzi compiuti per far approvare delle leggi con un sostegno bipartisan.

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CLINTON In caso di indagini su Hillary Clinton, invece, che potrebbero essere aperte in merito alla fondazione di famiglia e all’uso di un server privato di posta elettronica quando era segretario di Stato, Sessions sarebbe pronto a “ricusarsi”, afferma lo stesso senatore. Sessions ha detto di essere d’accordo con il senatore repubblicano Chuck Grassley, secondo cui i suoi commenti molto duri, in campagna elettorale, su Clinton potrebbero mettere in dubbio la sua imparzialità. Trump ha più volte minacciato l’apertura di nuove indagini approfondite sull’ex rivale alle presidenziali. Prima di entrare in Congresso con il partito repubblicano nel 1997, Sessions è stato l’attorney general dell’Alabama; nel 1986, l’allora presidente Ronald Reagan lo voleva come giudice federale, ma la sua nomina fu bocciata dalla commissione Giustizia del Senato (controllata dai repubblicani) perché accusato di razzismo, facendone il secondo giudice in 50 anni non confermato dal Congresso. Sessions era stato accusato di aver definito la National Association for the Advancement of the Colored People, la Southern Christian Leadership Conference e altri autorevoli gruppi che si battono per i diritti delle minoranze come “antiamericani” e “ispirati dal comunismo” e di aver detto che “il Ku Klux Klan andava bene”, finché non aveva scoperto che c’erano nel gruppo molti “fumatori di marijuana”; Sessions si è sempre difeso, definendola una battuta. Le accuse sono state formulate in gran parte, ma non solo, da quello che allora era il suo vice.

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