Processo escort, Tarantini condannato a 7 anni. La D’Addario: “Non mi resta che il suicidio”

Processo escort, Tarantini condannato a 7 anni. La D’Addario: “Non mi resta che il suicidio”
13 novembre 2015

di Giuseppe Novelli

tarantiniIl tribunale di Bari ha condannato a 7 anni e 10 di mesi di reclusione l’imprenditore Gianpaolo Tarantini (foto) a conclusione del processo sul traffico di escort presso le residenze dell’ex premier Silvio Berlusconi. Condannati anche “l’ape regina” Sabina Began (16 mesi), il pierre milanese Peter Faraone (2 anni e 6 mesi) e Massimiliano Verdoscia (3 anni e sei mesi). Assolti Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, Francesca Lana e Letizia Filippi. Secondo l’accusa l’imprenditore barese avrebbe “reclutato”, tra il 2008 e il 2009, 26 ragazze per le feste di Arcore in modo da ingraziarsi l’ex premier per mettere le mani su appalti milionari, coltivando tra l’altro il sogno di un futuro in politica. I giudici hanno respinto le richieste di risarcimento danni delle parti civili, tra cui Patrizia D’Addario (proprio dalle sue dichiarazioni era partito lo scandalo ndr), ma hanno trasmesso gli atti alla procura perché valuti la posizione di Silvio Berlusconi sull’ipotesi che abbia messo in atto azioni per intralcio alla giustizia.

“Non mi resta che il suicidio, ditelo”, ha detto la D’addario dopo la sentenza e per la quale è stata colta da un malore e ha perso i sensi. La donna si è accasciata ed è stata soccorsa dal personale medico del 118, arrivando nelle stanze del pronto soccorso del Policlinico di Bari in codice rosso. Secondo quanto rivela il suo avvocato difensore, Fabio Campese, la D’Addario avrebbe ingerito una dose massiccia di farmaci usati per curare le disfunzioni tiroidee. La sentenza è stata pronunciata dopo una camera di consiglio di circa cinque ore e al termine di un procedimento che è durato più di un anno. La Corte ha respinto anche la richiesta, avanzata dalla difesa di uno degli imputati, di sollevare la questione di legittimità costituzionale della legge Merlin, una legge del 1958, secondo gli avvocati Ascanio Amenduni e Nino Ghiro, oramai datata. Intanto, sempre il tribunale di Bari ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare l’ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Ioana Visan, Barbara Montereale – che sono alcune delle ragazze accompagnate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi – e di Dino Mastromarco, ex autista dell’imprenditore barese.

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