Procura di Milano indaga Caltagirone, Milleri, Lovaglio per illeciti su Mediobanca e acquisizione MPS

Gli inquirenti ricostruiscono acquisti simultanei e comunicazioni omesse, con possibili ripercussioni sulle verifiche avviate da Consob e Banca centrale europea sulla trasparenza del mercato.

Gaetano Caltagirone, Luigi Lovaglio, Francesco Milleri

Gaetano Caltagirone, Luigi Lovaglio, Francesco Milleri

La Procura di Milano, dopo dieci mesi di accertamenti, ha formalizzato le iscrizioni nel registro degli indagati di Francesco Gaetano Caltagirone, del presidente di Delfin e di EssilorLuxottica Francesco Milleri e del ceo di Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio. Le ipotesi di reato riguardano l’aggiotaggio e l’ostacolo alle Autorità di vigilanza. Secondo i magistrati, i tre avrebbero concordato l’Offerta pubblica di scambio da 13,5 miliardi di euro che ha portato Mps al controllo di Mediobanca, operazione accolta dal mercato con il 62 percento delle adesioni.

Sono indagati anche il gruppo Caltagirone e Delfin come persone giuridiche, in base alla normativa 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. La struttura investigativa è affidata ai pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio, coordinati dall’aggiunto Roberto Pellicano. L’indagine nasce da una querela presentata da Mediobanca all’inizio del 2025 per presunta diffamazione a mezzo stampa, da cui gli inquirenti hanno esteso le verifiche all’ultimo collocamento accelerato del capitale Mps gestito da Akros per il Ministero dell’Economia e delle Finanze nel novembre 2024 e alla successiva scalata su Piazzetta Cuccia, conclusa a settembre 2025.

Concerto occultato e vigilanza elusa

Secondo la ricostruzione della Procura, i tre indagati avrebbero definito un concerto non comunicato al mercato tra il gruppo Caltagirone e Delfin, elemento che avrebbe inciso sulla trasparenza della scalata a Mediobanca. Tale presunto coordinamento, non dichiarato, riguarderebbe sia gli acquisti di azioni Mps cedute a fine 2024 dal Tesoro, primo azionista della banca senese, sia gli acquisti di titoli Mediobanca. Il superamento congiunto della soglia del 25 percento dell’istituto guidato allora da Alberto Nagel avrebbe fatto scattare l’obbligo di un’Opa, secondo gli inquirenti aggirato.

Le verifiche dei pm si sono concentrate anche sull’omessa comunicazione a tre autorità di vigilanza: Consob, responsabile del mercato borsistico; la Banca centrale europea, che supervisiona il sistema creditizio; e Ivass, competente sul settore assicurativo. L’ipotesi è che tali omissioni abbiano alterato le condizioni competitive e informative del riassetto bancario in corso.

Profili dei tre indagati e leve del risiko finanziario

L’82enne Francesco Gaetano Caltagirone è uno dei protagonisti di lungo corso della finanza italiana. Settimo nell’indice dei patrimoni nazionali, guida un gruppo attivo nell’edilizia (Cementir), nella gestione immobiliare (Fabrica sgr e Fgf) e nei media, con partecipazioni rilevanti in Generali, Mps e Acea. L’inchiesta gli contesta, con Milleri, la mancata comunicazione di un’azione concertata. Milleri, 65 anni, è il presidente di Delfin e di EssilorLuxottica, ruolo assunto dopo la morte di Leonardo Del Vecchio e la complessa gestione successoria degli otto eredi. Le partecipazioni del gruppo comprendono il 17,5 percento di Mps, il 10 percento di Generali e il 2,7 percento di Unicredit.

Lovaglio, 70 anni, già dirigente UniCredit, è l’amministratore delegato che ha condotto il risanamento di Mps dopo le ricapitalizzazioni da 20 miliardi tra fondi pubblici e privati del 2017 e del 2022. Il suo mandato è stato centrale nella strategia governativa di consolidamento del sistema creditizio.

Le prime reazioni e il fronte istituzionale

In un comunicato diffuso in serata, Monte dei Paschi di Siena ha confermato di aver ricevuto un decreto di perquisizione dalla Procura di Milano. La banca ha precisato che è stato notificato un avviso di garanzia a Lovaglio “in qualità di Amministratore Delegato” per le ipotesi di “ostacolo alle funzioni di vigilanza” e “manipolazione di mercato”. L’istituto afferma di poter fornire “tutti gli elementi a chiarimento della correttezza del proprio operato” e ribadisce “piena fiducia nelle Autorità competenti”, assicurando completa collaborazione.

Le indagini del Nucleo di Polizia Valutaria proseguiranno nelle prossime settimane con ulteriori acquisizioni documentali e l’analisi dei flussi di comunicazione interna tra gli indagati e le rispettive strutture societarie. Non è escluso che nei prossimi mesi possano emergere nuovi profili investigativi legati al riassetto creditizio avviato nel 2024.

Prossimi passaggi nel risiko bancario

L’inchiesta potrebbe incidere sui delicati equilibri del sistema finanziario, già ridisegnati dalla conquista di Mediobanca. Gli investitori istituzionali attendono ora valutazioni di Consob e Bce, che potrebbero aprire dossier paralleli sulle comunicazioni societarie e sulle autorizzazioni preventive relative all’Ops da 13,5 miliardi. La questione tocca anche il futuro della governance di Generali, partecipata chiave per tutti i gruppi coinvolti, e la traiettoria del consolidamento bancario sostenuto dal governo nell’ultimo biennio.