Protesta a Dallas contro la polizia: 5 agenti assassinati da cecchini, sei feriti

Protesta a Dallas contro la polizia: 5 agenti assassinati da cecchini, sei feriti
8 luglio 2016

di Maurizio Balistreri

Cinque agenti di polizia sono stati uccisi da uno o più cecchini a Dallas durante una manifestazione di protesta contro gli abusi della polizia nei confronti degli afroamericani. Altri sette poliziotti e un civile sono stati feriti. Secondo la ricostruzione del capo della polizia di Dallas, David Brown, due uomini armati hanno “sparato contro i poliziotti da una posizione elevata durante la protesta”. La polizia ha fermato 3 persone, un quarto s’è suicidato in un garage. Il dipartimento di polizia di Dallas in un primo momento aveva anche diffuso una foto di un uomo con una mimetica e un fucile d’assalto in spalla: “Questo è uno dei sospetti. Aiutateci a trovarlo!”, ha twittato il dipartimento.   Ma, una volta catturato, Mark Hughes, un ragazzo, è stato rilasciato. Lo stesso fratello di Hughes, Cory, uno degli organizzatori delle protesta, aveva detto che Mark non era coinvolto nell’attacco e non ha sparato a nessuno. In Texas è legale girare in pubblico con un’arma da fuoco. Almeno due cecchini hanno sparato sugli agenti alla manifestazione, uccidendone cinque e ferendone sei, insieme a una civile. Ieri sera in diverse città americane si sono svolte manifestazioni di protesta dopo l’uccisione di due afroamericani da parte di agenti di polizia bianchi in due diverse città degli Stati uniti, in Minnesota e in Louisiana. A Dallas diverse centinaia di persone avevano preso parte alla marcia, che si stava concludendo quando sono iniziati gli spari.

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Molti testimoni parlano di decine di colpi d’arma da fuoco provenienti da un’arma semi-automatica. “Gli spari arrivavano da un tetto”, ha raccontato un manifestante. Tra i feriti alcuni sono in condizioni “critiche” e altri sono stati sottoposti a interventi chirurgici. Secondo il capo della polizia, che è apparso in conferenza stampa con il sindaco di Dallas, il democratico Mike Rawlings, i due cecchini “volevano ferire o uccidere il maggior numero possibile di agenti”, per cui hanno preparato un’imboscata e alcuni agenti sono stati raggiunti dagli spari alle spalle. La polizia stava negoziando con una delle persone che potrebbero aver sparato. L’uomo si era nascosto in un garage e aveva minacciato di uccidere altri agenti e far detonare bombe. Secondo Brown l’uomo avrebbe detto agli agenti “che la fine sarebbe arrivata e che avrebbe ucciso altre persone”. Sosteneva anche di aver piazzato “bombe nell’edificio e nel centro della città”. Poi s’è suicidato. Le forze dell’ordine hanno arrestato persone. Due uomini sono stati bloccati mentre si allontanavano a bordo di una Mercedes, rimasta intrappolata nel traffico. Una donna, invece, era sulla piazza dove c’è stata la sparatoria. La donna è stata fermata nei pressi del garage dove era barricato il quarto sospetto poi suicidatosi. Si sarebbe costituito invece l’afroamericano sui 35-40 anni, corpulento, ritratto in un’immagine con una maglietta mimetica.

Potrebbe far parte del gruppo. Non è detto che non ci siano altri dimostranti violenti ancora in libertà, ha sottolineato il capo della polizia locale. Il portavoce della Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Barack Obama, a Varsavia per partecipare al vertice Nato, viene tenuto informato sugli accadimenti. Il presidente degli Usa, ieri in serata, aveva rilasciato una dura dichiarazione, sostenendo che i casi di Baton Rouge e di St.Paul sono gli ultimi di una lunga serie che dimostrano come i cittadini neri siano più controllati, più sorvegliati dalla polizia. “Un pregiudizio da estirpare”. Obama ha poi detto: “Quando la gente dice che “black lives matter” (“le vite dei neri contano”) non significa che “le vite blu”, quelle dei poliziotti, non contino”. Una posizione che verrà messa alla prova nei prossimi giorni quando ci saranno i funerali degli agenti uccisi a Dallas. Nel Natale del 2014 a Brooklyn vennero assassinati due poliziotti in pattuglia. Il giorno delle esequie si trasformò in una grande parata delle forze dell’ordine di tutta l’America. Ma i poliziotti di New York voltarono le spalle, in segno di dissenso, quando parlò il sindaco Bill de Blasio. (con fonte Afp)

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