Politica

Putin andrà a funerali ambasciatore russo ucciso, ma nessuna rottura con Ankara

Mosca è in pieno cordoglio dopo la morte dell’ambasciatore russo Andrej Karlov ad Ankara: 48 ore listate a lutto, iniziate con l’annuncio – senza precedenti – dello spostamento della conferenza stampa annuale di Vladimir Putin, prevista inizialmente per domani. Il Cremlino ha fatto sapere nella prima mattinata che la grande conferenza stampa si sarebbe tenuta non il 22, ma il 23 dicembre, poiché giovedì il presidente parteciperà ai funerali di sua eccellenza, freddato lunedì nella capitale turca da un agente di polizia fuori servizio. La cerimonia di commiato verrà celebrata nella cattedrale di Cristo Salvatore dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russia Kirill. Secondo quanto ha appreso Askanews dal Patriarcato, già oggi, intorno alla cattedrale la “gioventù ortodossa” si raccoglierà per un “raduno di massa, portando candele a formare una grande croce”. Per il Cremlino l’uccisione di Karlov è un caso “senza precedenti” nell’intera storia dei rapporti Mosca-Ankara.

LA DIPLOMAZIA E tuttavia, come ha specificato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, i presidenti di Russia e Turchia hanno “espresso la volontà” di fare in modo che la morte dell’ambasciatore della Federazione Russa non influenzi le relazioni. Ma il Cremlino, ben sapendo che sul tavolo delle trattative con la Turchia resta il pesantissimo dossier siriano, è cauto anche sul mandante dell’omicidio, pur definendo quanto accaduto “un atto terroristico” dalla diplomazia russa. Peskov ha invitato ad attendere gli esiti dell’indagine, per la quale Mosca ha mandato una squadra di suoi investigatori in Turchia. Benché oggi sia apparsa in rete una rivendicazione da parte di Jabhat Fatah al-Sham (la nuova sigla del fronte al-Nusra, costola di Al Qaida in Siria) che si è detta artefice dell’omicidio dell’ambasciatore, dichiarando che l’attacco era “una vendetta per la gente di Aleppo”. Jabhat Fatah al-Sham ha promesso che avrebbe “vendicato il suo popolo” ulteriormente. Mentre il governo turco ha attribuito la responsabilità dell’assassinio alla rete dell’imam Fethullah Gulen, accusato di aver ordito il fallito golpe di luglio. A ribadirlo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu al suo omologo Usa John Kerry in una telefonata, ieri. Nonchè la stampa filo-governativa turca, che ha più volte sostenuto la tesi di Gulem come artefice del complotto.

LA PISTA GULEN Proprio secondo i media turchi, a casa di Mevlut Mert Altintas, 22 anni – l’assassino dell’ambasciatore russo in Turchia che prima di sparare ha intonato l’inno di al Nusra – sono stati trovati materiali che lo vedrebbero almeno influenzato da Gulen, in esilio volontario negli Stati Uniti dal 1999. E tredici individui, tra cui i suoi stretti familiari, sono stati arrestati e sono sotto inchiesta per possibili collegamenti con Gulen. Secondo Hurriyet Altintas ha servito per la polizia antisommossa e per la sicurezza dello stesso presidente Recep Tayyip Erdogan, ben otto volte dal tentato colpo di stato di luglio. Da allora si sono moltiplicate le pressioni della Turchia sugli Stati Uniti per estradare Gulen. Ma in questo caso è stata la Casa Bianca a invitare e non saltare alle conclusioni. “Servono prove, prima di saltare alle conclusioni”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby. Quanto a Karlov, il suo corpo è stato rimpatriato a Mosca ieri, dopo una cerimonia emozionante sulla pista dell’aeroporto di Ankara. Presenti alti funzionari turchi e, scena molto inusuale in un aeroporto in Turchia a maggioranza musulmana, un prete ortodosso russo. Oggi Karlov è stato insignito con l’importante onorificenza di Eroe della Russia e Putin per essere alle sue esequie domani, ha spostato uno degli appuntamenti più attesi della sua agenda: la conferenza stampa annuale. (foto: Putin (sx), Erdogan)

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