Politica

Putin nazionalizza le filiali russe di Ariston e Bosch

Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente firmato un decreto che ha portato le filiali russe delle aziende Ariston e Bosch sotto il controllo del gruppo Gazprom. Secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, il decreto ha trasferito temporaneamente le sussidiarie russe di queste due aziende al Gazprom Domestic Systems, una società controllata dal gigante energetico statale Gazprom che si occupa della produzione di elettrodomestici.

Il decreto riguarda specificamente la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Non sono stati forniti dettagli sui motivi alla base di questa decisione. Questa mossa è stata interpretata come una risposta diretta alle crescenti pressioni delle sanzioni internazionali e ai loro effetti sull’economia russa. La firma del decreto ha portato alla nazionalizzazione effettiva dello stabilimento Ariston a Vsevolozhsk, situato a est di San Pietroburgo, e ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale.

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso la sua preoccupazione riguardo a questo evento e ha sollecitato un intervento internazionale. Il governo italiano, in collaborazione con l’Unione Europea e la Germania, ha richiesto chiarimenti sulle motivazioni dietro questa nazionalizzazione coatta. Questa richiesta è stata supportata dall’iniziativa di Tajani che ha convocato l’ambasciatore russo in Italia per discutere la questione. È importante notare che questa non è un’azione isolata nei confronti dell’Ariston Thermo Group, ma coinvolge anche la multinazionale tedesca Bosch. La decisione di Putin è stata una mossa strategica per contrastare le sanzioni internazionali e proteggere gli interessi nazionali russi, soprattutto in un contesto geopolitico teso come quello attuale.

Secondo il quotidiano italiano Corriere della Sera, questa è solo l’ultima di una serie di nazionalizzazioni avvenute in Russia negli ultimi anni. Più di 180 imprese sono passate sotto il controllo diretto del Cremlino dal febbraio 2022, evidenziando una tendenza verso un maggiore intervento statale nell’economia russa. Le conseguenze di questa mossa sul lungo termine rimangono da vedere, ma è chiaro che avrà un impatto significativo sulle relazioni commerciali internazionali e sull’immagine della Russia come destinazione per gli investimenti stranieri. La situazione continua a evolversi mentre la comunità internazionale monitora da vicino gli sviluppi futuri.

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