“A quiet passion”, Emily Dickinson secondo Davies arriva in sala

12 giugno 2018

E’ una donna complessa, ribelle, determinata, inflessibile ma fragile, la Emily Dickinson che il regista Terence Davies racconta nel film “A quiet passion”, interpretato da Cynthia Nixon, osannato dalla critica internazionale e ora nei cinema italiani dal 14 giugno.

“Era divertente, aveva un grande umorismo, e faceva tutto quelle cose che noi esseri umani facciamo. Ma c’è una cosa che mi ha toccato profondamente, lei vinse solo il secondo premio per il suo “Bread”. E ti dici: perché non ha vinto almeno una volta un primo premio? Almeno una volta! Ma ovviamente è la sua poesia che mi ha conquistato” dice Terence Davies. Nel film seguiamo la grande poetessa americana dalla trasgressiva giovinezza fino alla maturità, nella sua scelta di rimanere chiusa all’interno del suo universo famigliare. La poesia, per lei, fu una via di fuga ma anche una gabbia: quei sentimenti che di giorno aveva deciso di non vivere, di notte prendevano vita nella scrittura: “Credo che i grandi scrittori abbiano la capacità di raccontare anche cose di cui non hanno esperienza, in qualche modo sanno, hanno una saggezza. La loro visione del mondo è così unica, pura e essenziale, e questo è favoloso. Quando lei scriveva una poesia parlava con la sua anima”.

Nel film la questione femminile è molto evidente: la Dickinson si batte contro la disparità dei diritti delle donne anche all’interno del suo piccolo universo. La sua bravissima interprete, Cynthia Nixon, che abbiamo conosciuto come Miranda in “Sex and the city”, è un’attivista per la parità di genere, ora anche candidata come governatore dello stato di New York. “Ovviamente questo ha in qualche modo influenzato il modo in cui recita nel film, ma doveva essere soprattutto fedele al personaggio. Credo che cose come queste influenzino in maniera inconscia, e questo è ancora più interessante”. Dickinson ebbe solo fama postuma, le sue poesie, scritte su foglietti piegati e cuciti con ago e filo, furono trovate e pubblicate dai familiari dopo la sua morte. “Io non credo ad una vita dopo la morte, ma se lei è lassù, da qualche parte, e sta ascoltando, spero stia dicendo: Sento che sta arrivando una poesia…” conclude il regista.

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