Quirinale, mediatori lanciano Casini per frenare corsa Casellati

Quirinale, mediatori lanciano Casini per frenare corsa Casellati
Pier Ferdinando Casini, eletto al parlamento con il Pd
26 gennaio 2022

Da una parte la “forzatura” sulla Casellati, dall’altra la mediazione su un nome terzo. In altri termini: privilegiare l’unità della coalizione o salvaguardare la maggioranza di governo. È questo il bivio cui si trovano i partiti mentre è in corso la terza votazione per il presidente della Repubblica. Che qualche indicazione potrebbe già offrirla: da un lato Fratelli d’Italia che tira verso la rosa di centrodestra, offrendo il nome di Guido Crosetto per chi volesse dare un segnale in quella direzione; dall’altro chi cerca di tenere insieme la maggioranza di governo, con i voti per Pier Ferdinando Casini che potrebbero iniziare ad aumentare già oggi.

Un bivio che in particolare riguarda Matteo Salvini, che deve anche fare i conti con le divisioni all’interno del partito. L’ala governativa della Lega fa sapere attraverso Luca Zaia che “Draghi non va messo a rischio”: tradotto, no a forzature su nomi di parte. E un parlamentare aggiunge: “Sull’ipotesi Casellati è in corso una riflessione”. Da Forza Italia, partito della Casellati, si sottolinea invece che un tentativo sulla presidente del Senato “non sarebbe affatto una spallata. È la seconda carica dello Stato, è già stata votata anche dal M5s, è una figura istituzionale, sarebbe la prima donna eletta”. E non metterebbe a rischio il governo: “Chi si assumerebbe la responsabilità di farlo cadere?”, chiedono retoricamente esponenti azzurri. Ma i centristi della coalizione avvertono: “Noi ci sentiamo vincolati alla maggioranza di governo, non vogliamo metterla a rischio”. Con un deputato che ammonisce: “Se Salvini prova la spallata, si lussa la spalla…”.

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Anche il Pd avverte: “Magari non subito, ma come farebbe il governo ad andare avanti in quello scenario? Durerebbe tre mesi, non appena andasse in Cdm o in Aula un provvedimento divisivo”. Al contrario, l’ipotesi Casini è ritenuta possibile: “Non è il nostro nome, ma se si arrivasse lì come faremmo a non votarlo?”, dice un esponente Dem. Ma ovviamente la strada della mediazione non si esaurisce con Casini: in Transatlantico le ipotesi Draghi o Mattarella bis hanno ancora i loro sostenitori. Senza trascurare altri nomi magari ancora coperti. Un bivio che ovviamente sarà l’oggetto del tavolo atteso per il pomeriggio. Fratelli d’Italia fa sapere che non parteciperà, ma anche questa assenza fa parte dello schema: “Sarà il tavolo della maggioranza di governo che dovrà decidere cosa fare”.

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