Quirinale, voto al via tra schede bianche e girandola incontri

Quirinale, voto al via tra schede bianche e girandola incontri
24 gennaio 2022

Il primo scrutinio per l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica inizia al buio, con la trattativa verso un nome condiviso in altissimo mare e, stando alle affermazioni dei partiti, una valanga di schede bianche. Secondo molti parlamentari di entrambi gli schieramenti fino a mercoledì “nessun nodo verrà sciolto” e solo giovedì, con la quarta votazione, per cui basta la maggioranza assoluta, 505 voti, si capirà che verso prenderà la partita.

Intanto, fatto centrale della giornata, il colloquio, che non sarebbe avvenuto a Palazzo Chigi, tra Matteo Salvini e il premier Mario Draghi. Confermato l’incontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini, il segretario del Pd, Enrico Letta, e il presidente del M5S, Giuseppe Conte. L’incontro viene considerato fondamentale per una possibile uscita dall’impasse. Al momento non risulta infatti alcun candidato accreditato di una maggioranza conclamata. Draghi, l’unico che sulla carta potrebbe averla, è stato nelle ultime ore oggetto di veti più o meno espliciti. Fra Conte e Salvini, nel corso dei trenta minuti di colloquio, si è registrata “totale sintonia” sulla opportunità di “rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese”, hanno riferito fonti dei Cinque Stelle. “Abbiamo aperto il dialogo, è positivo, ci rivediamo domani” ha detto invece Letta.

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Gli unici ad avere un nome e a votarlo oggi, “offrendolo” come “profilo perfetto” per il Colle, sono i neo federati Azione-Più Europa che voteranno la ministra della Giustizia Marta Cartabia. E poi c’è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che alla rosa dei nomi in auge nel centrodestra aggiunge quello di Carlo Nordio “per rendere più agevole la convergenza di altre aree politiche qualora non ci fosse da parte della sinistra un atteggiamento strumentale”. Senza escludere, beninteso, “altre personalità” che rispondano ai requisiti richiesti dal centrodestra. Tutti gli altri nomi – a cominciare dal “nodo Draghi” – restano coperti ma alcuni lo sono più di altri. Da parte del centrodestra circolano quelli di Elisabetta Alberti Casellati, Marcello Pera, Letizia Moratti, la stessa Cartabia.

Si rallenta il tam tam su quelli di Franco Frattini, Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini e chissà che segno è. I bookmaker vedono in crescita l’ex presidente della Camera, ad esempio, mentre lui si dice “sereno” e ribadisce, in una conversazione con la cronaca di Bologna del Resto del Carlino, “la centralità del Parlamento”. Il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani intanto, dopo il passo indietro di Berlusconi, ha annunciato che oggi pomeriggio “proponiamo con Salvini e Meloni di votare scheda bianca” e poi “proporremo una rosa di nomi del centrodestra”. 

Nel centrosinistra Pd, Movimento Cinquestelle e Leu confermano la scheda bianca alla prima votazione con l’intenzione di preservare la candidatura di Andrea Riccardi considerata “da tutti” come “ideale” per il Quirinale. La linea, spiegano fonti del Nazareno, è quella di una “vera apertura al dialogo con il centrodestra”. Anche Matteo Renzi stamani ha riunito i grandi elettori di Italia Viva ed è emerso l’intento di votare scheda bianca oggi. Per Iv il centrodestra al momento è “più preoccupato dalla propria unità che dai nomi” spendibili per il Quirinale mentre il centrosinistra rischia di “correre dietro” al Movimento Cinquestelle.

Intanto oggi voteranno 1008 grandi elettori e non 1009 per la scomparsa, ieri, del deputato campano di Forza Italia Vincenzo Fasano che sarà sostituito a stretto giro dalla collega Maria Rosa Sessa: servirà però una seduta ad hoc per proclamarla, una eventualità che in dodici elezioni di presidenti della Repubblica non era mai accaduta. Lo scrutinio e lo spoglio durerà sei ore e ci sarà una modalità ‘anti-tracciamento’: il presidente della Camera Roberto Fico leggerà il nome del candidato votato solo nel caso la lettura del cognome non attribuisca un voto inequivocabile.

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