Cronaca

Ragazza uccisa in Pakistan: assolti padre, zio e fratello

Un tribunale pachistano ha assolto “per mancanza di prove certe” il padre, lo zio e il fratello di Sana Cheema, la 25enne italo-pachistana portata via da Brescia nell’aprile del 2018 per costringerla a nozze combinate nel Paese d’origine della famiglia e poi uccisa perche’ le aveva rifiutate. I familiari avevano inizialmente detto che Sana era morta per cause naturali, ma l’autopsia rivelo’ che era stata strangolata. La giovane pakistana era residente a Brescia, è stata uccisa in patria dal padre e dal fratello dopo aver detto loro che voleva sposare un italiano.

Sana viveva da tempo a Brescia, dove aveva compiuto gli studi, avendo poi trovato lavoro a Milano. I genitori avevano vissuto con lei per anni, ottenendo anche la cittadinanza italiana, poi si erano spostati in Germania. Agli inizi del 2018, Sana era tornata in Pakistan, nel distretto di Gujrat dove era nata, ritrovando in quella occasione la famiglia, ma da li’ non e’ piu’ tornata. Padre e fratello l’avrebbero sgozzata e in seguito sono stati arrestati dalla polizia di Gujarat. La vicenda di Sana riporta alla mente l’omicidio di Hina Saleem, anche lei uccisa nell’agosto del 2006 dai familiari nel bresciano, a Ponte Zanano, e poi seppellita nel giardino davanti a casa. La motivazione era che voleva vivere secondo i costumi occidentali, sovvertendo le tradizioni e i costumi pakistani.

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