Ragusa, in 2mila a Santa Croce Camerina per l’addio a Loris

Ragusa, in 2mila a Santa Croce Camerina per l’addio a Loris
18 dicembre 2014

#loris

Oltre duemila persone raccolte in un silenzio irreale oggi pomeriggio si sono strette a Santa Croce Camerina per dare l’ultimo addio a Loris Stival, il bambino di 8 anni ucciso nel paese in provincia di Ragusa il 29 novembre scorso. La bara bianca è giunta in Piazza Vittorio Emanuele, di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista, intorno alle 14,30 e facendo il suo ingresso in chiesa accompagnata dallo sguardo di papà Davide. Sul sagrato corone e mazzi di fiori. Tra questi anche il cuscino, bianco e a forma di cuore, con su scritto “la tua mamma Veronica”: Veronica Passarello non era presente perché rinchiusa nel carcere di Catania con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Troppo grave l’accusa di essere lei l’assassina del figlio, per consentire al legale Francesco Villardita di inoltrare formale richiesta affinché la sua assistita, che continua a dichiararsi innocente, potesse partecipare alle esequie.

La bara di Loris è entrata in chiesa da un ingresso laterale, dopo aver attraversato la piazza gremita di gente che ha voluto testimoniare la propria vicinanza alla famiglia del bambino. A presidiare l’ingresso, transennato, gli uomini delle forze dell’ordine. Sistemati in un’apposita area i giornalisti che in questi giorni hanno raccontato il dramma di Santa Croce Camerina. Per volontà della famiglia, le telecamere sono state invitate a restare fuori dalla chiesa durante la funzione celebrata dal vescovo di Ragusa, Paolo Urso.

“Le morti non sono tutte uguali – ha detto monsignor Urso -. C’è chi muore dopo un lungo percorso di vita e chiude così serenamente il proprio cammino perché è arrivato al capolinea. C’è chi muore, bambino giovane o adulto, perché aggredito da una prepotente e impietosa malattia. Ma un bambino no. Un bambino non può morire perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita. Come si può uccidere un bambino? Solo un folle, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato”.

A salutare Loris c’erano anche i suoi compagni di scuola e le maestre, che hanno raggiunto la chiesa in corteo, dopo essere partiti dall’istituto “Falcone e Borsellino”. In testa al corteo i compagni di classe di Loris con in mano palloncini bianchi con la foto del bambino. Sul fronte delle indagini, la Procura di Ragusa prosegue a ritmo serrato per arrivare presto a far luce su tutti gli aspetti ancora oscuri di questa vicenda. Tra i possibili scenari illustrati dal Procuratore Carmelo Petralia, vi è quello secondo cui Veronica Panarello non abbia agito da sola. O nella fase dell’omicidio, o in quella dell’occultamento; o ancora in entrambe. Ipotesi che Petralia ha definito “non alternative, ma complementari”.

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