Referendum, Commissione vigilanza Rai vara par condicio. Ma è lite Pd-FI su presenze Renzi tv

Referendum, Commissione vigilanza Rai vara par condicio. Ma è lite Pd-FI su presenze Renzi tv
11 ottobre 2016

Nel giorno in cui la Commissione di Vigilanza Rai vara all’unanimita’ il regolamento per la par condicio nelle trasmissioni radiotelevisive del servizio pubblico in occasione della campagna per il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, scoppia la polemica tra Forza Italia e Partito democratico sulle presenze in tv del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. A chiedere che sia l’Osce in persona ad intervenire, effettuando un controllo sulle presenze televisive e, in particolare, quelle del premier Renzi, e’ il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che riferisce di aver gia’ interpellato attraverso una lettera il segretario generale dell’Assemblea parlamentare Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), Roberto Montella, chiedendogli di valutare “nell’ambito dell’attivita’ di media monitoring, l’avvio di una specifica missione di osservazione elettorale nel corso della campagna referendaria italiana”. Questo intervento si rende necessario, a dire dell’esponente azzurro, perche’ vi e’ “una costante e evidente sovraesposizione televisiva e radiofonica del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e di altri membri del governo, sia nei telegiornali che nei programmi di approfondimento del servizio pubblico radiotelevisivo”.
Il Pd non ci sta e parte al contrattacco: “Brunetta chiede gli osservatori Osce per la par condicio, dimenticando che l’Osce si occupa di questioni ben piu’ gravi e delicate come garantire la pace e la sicurezza nelle situazioni internazionali piu’ complesse”, replica Michele Anzaldi, che insiste: “A qualsiasi osservatore internazionale, in ogni caso, sara’ interessante presentare la corposa rassegna stampa dei tempi di Berlusconi al governo: l’editto bulgaro contro i conduttori poi epurati, l’assunzione in massa di manager Mediaset e Forza Italia nella tv pubblica, gli accordi Raiset per tutelare il Cavaliere, le manovre della Struttura Delta, le telefonate in diretta del direttore generale di turno ai conduttori sgraditi, i contratti per le ospiti delle cene eleganti, i giornalisti al seguito del premier premiati con le direzioni dei telegiornali”. Insomma, conclude il deputato Pd, “chi come Brunetta ha fatto parte del piu’ abnorme conflitto di interessi della storia politica italiana, quello di Berlusconi che da presidente del Consiglio voleva controllare le principali sei reti televisive, farebbe bene ad astenersi da commenti cosi’ inappropriati, magari sperando che i cittadini italiani e gli osservatori stranieri possano dimenticare gli scandali del passato”.

A rincarare la dose ci pensa Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai, che replica all’ulteriore accusa lanciata sempre da Brunetta in merito alla presenza, questa sera, di Renzi alla trasmissione Politics, in onda su Rai3, definendola “fuori legge”: “Quando si parla di referendum, in Brunetta si scatena un’acrimonia tale, ormai, da accecarlo”, afferma Peluffo, che conclude: “Secondo il regolamento sulla par condicio che Brunetta ha approvato, dunque, l’odierna puntata di Politics con un esponente del Si’, sara’ controbilanciata, la prossima settimana, dalla presenza di un rappresentante del No. Le sue sorprendenti parole sono dunque dettate o dalla cecita’ provocata dalla sua rabbia oppure dal penoso tentativo di far polemica a prescindere”. “Dispiace che di fronte all’approvazione trasversale” del regolamento sulla par condicio “Brunetta debba soffiare sul fuoco della polemica, attaccando strumentalmente la presenza del presidente del Consiglio Renzi, questa sera, al programma Politics”, dichiara la senatrice del Pd Camilla Fabbri, componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, secondo cui “sembra dimenticare che lo stesso regolamento prevede che il direttore di rete o di testata stabilisca, in via preliminare, l’alternanza e la parita’ delle presenze tra le posizioni favorevoli o contrarie, dunque con un meccanismo di ‘compensazione’ che potra’ avvenire nella prossima puntata del programma”. Ma Brunetta si guarda bene dall’incassare le critiche senza difendersi. E allora, il capogruppo FI definisce “imbarazzanti scudieri” i deputati dem Peluffo e Anzaldi.”Peluffo e Anzaldi, paladini del Rai-renzismo, non distinguono la realta’ dalla bieca militanza politica. Non riescono a scindere l’attualita’ dei fatti dalla loro incondizionata reverenza al Capo. Non contenti del debordare imbarazzante del presidente del Consiglio in televisione, se la prendono anche con l’opposizione che chiede solo il rispetto delle regole”, incalza Brunetta. Al fianco del suo capogruppo si schiera Gregorio Fontana, parlamentare di FI: “”Le reazioni scomposte del Partito democratico alla sacrosanta proposta di Renato Brunetta, di far monitorare dall’Osce la campagna elettorale per il prossimo referendum, tradisce il nervosismo di chi vede ogni giorno avvicinarsi il momento della sconfitta. Ben vengano gli osservatori internazionali a certificare lo strapotere mediatico del governo Renzi e la situazione di grave deficit di democrazia che vive il nostro Paese ai tempi di Renzi”.

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