Referendum sulla giustizia, Nordio: “Data non fissata, possibile voto prima di Pasqua”
Carlo Nordio
Il referendum sulla giustizia non ha ancora una data. Il governo prende tempo e valuta il calendario per evitare ricorsi, polemiche e tensioni politiche. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio indica una finestra possibile nella seconda metà di marzo, prima di Pasqua. Nessuna decisione formale, nessun passaggio con il Quirinale. L’obiettivo dichiarato è preservare il senso della consultazione ed evitare che diventi un giudizio sull’esecutivo.
Il nodo è tecnico, ma le implicazioni sono politiche. Per questo l’esecutivo procede con cautela. “Per evitare che un domani ci possano essere delle contestazioni e si vada alle calende greche, per ora non abbiamo fissato la data”, ha spiegato Nordio parlando con i cronisti alla Camera. L’ipotesi di lavoro resta comunque chiara: “Bisognerà decidere prima o dopo, quindi presumo e auspico che sarà prima di Pasqua, nella seconda metà di marzo”.
Una data da decidere senza strappi politici
Il ministro rivendica serenità sul piano politico. “Inutile dire che non abbiamo minimamente paura”, ha assicurato. Anzi, dal suo punto di vista un rinvio offrirebbe persino più tempo per spiegare le ragioni della riforma. Ma il problema non è il consenso, bensì la cornice. Slittare oltre Pasqua, avverte Nordio, rischierebbe di innescare una tensione politica che il governo intende evitare.
Il timore è che la consultazione venga piegata a una logica plebiscitaria. “Non vogliamo che venga snaturato il referendum, che si dica “Meloni sì-Meloni no”, come è stato fatto in precedenza”, ha sottolineato il guardasigilli. Un messaggio netto: il referendum deve restare sul merito della giustizia, non trasformarsi in un test sull’esecutivo.
Il calendario, dunque, diventa una leva per disinnescare il conflitto. La scelta della data non è neutra e può incidere sulla lettura politica del voto. Da qui la prudenza dell’esecutivo e l’assenza, per ora, di una decisione ufficiale.
Nessun contatto con il Quirinale, pesa il rischio ricorsi
Alla domanda su eventuali interlocuzioni con il Colle, Nordio è stato altrettanto chiaro: “No, su questo no”. Il Consiglio dei ministri, ha ricordato, non ha ancora deliberato nulla. Il tema però esiste ed è soprattutto di natura tecnica. Un calendario mal calibrato potrebbe aprire la strada a conflitti, ricorsi e polemiche destinate a trascinarsi anche dopo la costituzione dei seggi.
È questo lo scenario che il governo vuole scongiurare. “Per evitare conflitti o ricorsi – ha spiegato il ministro – si può cercare una situazione di compromesso”. Una formula che lascia aperte più opzioni, ma conferma la volontà di trovare una soluzione condivisibile sul piano istituzionale.
Il conto alla rovescia, dunque, non è ancora partito. La data resta sospesa, mentre il governo cerca un equilibrio tra esigenze tecniche e clima politico. La finestra di marzo resta sul tavolo. La decisione, inevitabilmente, arriverà a breve.
