Regionali, arresti domiciliari in Sicilia per candidata FdI

Regionali, arresti domiciliari in Sicilia per candidata FdI
Barbara Mirabella
22 settembre 2022

La candidata alle regionali in Sicilia di FdI, Barbara Mirabella, è stata posta oggi ai domiciliari per corruzione dalla squadra mobile su disposizione del Gip di Catania. Nell`indagine della Procura di Catania che coinvolge Mirabella, ex assessore comunale alla Cultura nella giunta di Salvo Pogliese, sono coinvolti anche l’ex rettore dell’Università di Catania Francesco Basile e l’imprenditore Giovanni Trovato, sospesi dall’attività per un anno. Basile era già stato indagato per associazione a delinquere nel 2019, a margine dell’operazione “Università bandita”, che lo vedeva coinvolto come rettore dell’Università di Catania per aver truccato concorsi. Il 2 luglio 2019 si dimise da rettore.

I fatti che hanno determinato l’emissione dell’ordinanza sono emersi nell’ambito di una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura etnea ed eseguita dalla squadra mobile di Catania, che ha riguardato due filoni investigativi aventi come comune denominatore l’indagato Francesco Basile. “L’attività di indagine ha permesso di acquisire elementi secondo i quali Basile, nella qualità di direttore della Unità Operativa Complessa di Clinica Chirurgica del Policlinico, avrebbe permesso a due medici da qualche anno in quiescenza ed a suo tempo in servizio presso quella stessa azienda ospedaliera, di continuare – come specifica la Procura – a utilizzare indebitamente e reiteratamente per i propri pazienti privati gli ambulatori di cui avevano avuto la disponibilità allorché in servizio (sui quali permaneva una targa con il loro nome, la loro specializzazione e i loro numeri telefonici), le sale operatorie del Policlinico di Catania, il materiale di consumo e gli strumenti appartenenti al nosocomio ed, inoltre, di continuare ad avvalersi dell’aiuto della equipe dell’ospedale”.

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Gli interventi chirurgici oggetto di indagini sarebbero stati inseriti nel programma operatorio ufficiale “con il beneplacito del Basile – si legge ancora nella nota – ed eseguiti materialmente dai medici in pensione che però non comparivano nelle cartelle cliniche. Laddove, invece, la firma del medico chirurgo risultava essere apposta da un collega compiacente, regolarmente in servizio”. Quattordici gli interventi chirurgici che sarebbero stati eseguiti dai medici in quiescenza ed in relazione ai quali sarebbero stati commessi dei falsi nella compilazione delle cartelle cliniche, nella parte concernente l’identità del medico chirurgo, e indebitamente utilizzati i mezzi e il personale dell’azienda ospedaliera universitaria.

Le indagini, inoltre, hanno riguardato le condotte poste in essere dal professor Basile per l’organizzazione del 123° Congresso Nazionale della SIC – Società Italiana di Chirurgia, della quale è presidente. Sotto la lente degli inquirenti ci sono gli stretti rapporti instaurati tra Basile, gli amministratori della società New congress s.r.l., che ha organizzato l’evento, e l’allora assessore del comune di Catania con delega per i grandi eventi, Barbara Mirabella (attualmente candidata alle regionali con Fratelli d’Italia), “Al fine di ottenere l’incondizionato ausilio dell’assessore e – questa la tesi degli inquirenti – dell’amministrazione comunale per tutte le necessità della organizzazione del prestigioso congresso, gli amministratori della New Congress s.r.l., a ciò indotti anche dal Basile, avrebbero accettato di pagare 10 mila euro alla società Expo srl,, della quale era socia l’assessore Mirabella, per la prestazione di servizi non necessari alla organizzazione dell’evento”.

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Basile avrebbe cercato di corrompere i rappresentanti di due aziende farmaceutiche per ottenere cospicui contributi per il finanziamento del congresso (in un’occasione pari a 80 mila euro) minacciando la sospensione da parte del Policlinico, in caso contrario, degli acquisti dei prodotti dei quali le due aziende erano fornitrici. L’amministratore delegato dell’azienda farmaceutica Medical TI S.p.a., Trovato Giovanni, avrebbe consegnato un contributo pari a 5mila euro per ottenere, grazie all’intervento di Basile, l’aumento da parte del Policlinico dell’acquisto di dispositivi realizzati dalla propria azienda.

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