Regionali, Crocetta torna a sfidare il Pd con un nuovo partito. E minaccia crisi di governo

Regionali, Crocetta torna a sfidare il Pd con un nuovo partito. E minaccia crisi di governo
2 febbraio 2017

Dopo Leoluca Orlando a Palermo in corsa per quinta volta alla carica più alta in città dove si vota in primavera, Rosario Crocetta apre la campagna elettorale per tentare la riconferma a governatore in Sicilia in vista delle regionali d’autunno. E come cinque anni, l’ex sindaco antimafia fa sfida il Pd e annuncia la nascita della sua nuova creatura politica di stampo autonomista ma che guarda a sinistra. La battezzerà venerdì 17 febbraio,  ufficializzerà nome e simbolo della nuova ‘Cosa’, che andrà oltre il Megafono.

MINACCIA I DEM Ma c’è di più, perché Crocetta alza il tiro e minaccia i dem: “Se non si vota la finanziaria cade il governo”. La prossima settimana comincerà l’iter all’Ars  per l’esame del maxiemendamento di riscrittura della finanziaria, che approderà in aula il 21 febbraio,  e sulle frizioni con alcuni deputati Democratici che minacciano di non votarla, il governatore avverte: “Nel Pd non possono dire che non voteranno la finanziaria, se così è cadrà il patto di governo”, intravedendo un “tentativo di paralizzare” l’ esecutivo. “Non si capisce il dissenso – chiosa il governatore – Nessuno si è espresso contro un solo articolo dicendo che sia sbagliato e se manca qualcosa nella manovra, i deputati possono tranquillamente presentare emendamenti nelle commissioni poi l’aula si esprimerà”.  Senza il via libera del Parlamento, entro la fine del mese, di certo l’esercizio provvisorio sarà prorogato fino ad aprile. A mediare i dissapori in casa dem ci penserà il segretario siciliano Fausto Raciti, che ha concordato con Alice Anselmo per martedì un incontro del gruppo all’Ars. Ci sarà anche Crocetta, che intanto si prepara a battezzare la sua nuova ‘creatura’ politica, mentre  per  Forza Italia “oggi come ieri e come sempre, il Partito democratico non si smentisce, tenendo sotto scacco, con una serie infinita di ricattucci e mezzucci, il governo di Rosario Crocetta, ormai impegnato quotidianamente a difendersi dagli attacchi di coloro che dovrebbero invece essere sui fidati alleati” dice il capogruppo azzurro all’Ars Marco Falcone. Si vedrà. Intanto il governatore ha deciso di passare ai fatti.

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IL NUOVO PARTITO E mentre Davide Faraone, delfino di Renzi in Sicilia, lavora alla Leopolda sicula, Crocetta sembra avere le idee chiare sulla natura del nuovo soggetto politico: non solo andrà “oltre il Megafono e sarà caratterizzato da una radice democratica e di sinistra ma avrà una forte impronta sicilianista”, che nulla, però, avrà a che fare, spiega il governatore, con il concetto autonomista “di certi  ceti conservatori e reazionari”. E così dopo gli annunci sulla volontà di ricandidarsi alla presidenza della Regione, Crocetta insieme ai suoi fedelissimi ha già preso in affitto “una sede in centro a Palermo, non è certo un negozio con le vetrine”, anticipa all’Ansa, annunciando la kermesse del 17 febbraio. “E’ un movimento di aggregazione, promosso dal ‘Megafono’, che raggruppa in federazione tanti altri movimenti e circoli con una forte connotazione sicilianista – aggiunge – E’ l’unico in Sicilia strutturato senza una gestione accentrata, ogni movimento e circolo ha la sua autonomia nei territori all’interno di un ‘patto’ di condivisione che si basa sulla sottoscrizione di una nota d’intenti e su valori specifici: difesa dei deboli, coesione sociale, legalità, impegno a tutela della Costituzione e dello Statuto speciale”.

NON SOLO REGIONALI Liste per le regionali di fine anno, dunque, ma probabilmente anche per le comunali di primavera. “Quelle per le regionali saranno liste forti con tante personalità, con molti giovani e donne – annuncia il governatore  – con l’obiettivo di rilanciare l’azione politica e di creare un gruppo solido all’Assemblea regionale siciliana”. Il movimento sarebbe pronto inoltre a lavorare per una lista anche a Palermo, dove si voterà in primavera per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale. “Non escludiamo – aggiunge – di fare una lista pure per il Senato, discutendone con il Pd”.

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