Roberto Fico
Un faccia a faccia al Nazareno tra Elly Schlein e Vincenzo De Luca ha sbloccato la corsa alla presidenza della Regione Campania, aprendo le porte alla candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico (M5S). L’intesa, raggiunta dopo mesi di tensioni, segna un punto di svolta nel centrosinistra, ma è frutto di un negoziato complesso, con precise garanzie politiche chieste dal governatore uscente.Secondo fonti interne al Partito Democratico, l’incontro tra la segretaria Schlein e De Luca ha segnato un cambio di tono rispetto agli scontri del passato.
De Luca, noto per le sue posizioni tranchant, ha ottenuto il via libera per una lista civica e la possibilità di indicare due assessori – un uomo e una donna – in caso di vittoria del centrosinistra. Tra i nomi che circolano, quelli del vicepresidente della Giunta Fulvio Bonavitacola e dell’assessora Lucia Fortini. Ma non è tutto: il governatore avrebbe chiesto garanzie anche per il figlio Piero, deputato Pd, e un impegno chiaro a preservare la continuità del suo programma decennale, con particolare attenzione a sanità, ambiente e gestione dei rifiuti. L’accordo, che secondo l’AGI rappresenta il “punto di caduta” delle trattative, arriva pochi giorni dopo un analogo disgelo in Toscana, dove Eugenio Giani è a un passo dalla ricandidatura ufficiale.
Nel centrosinistra, il puzzle delle regionali inizia a comporsi, ma non senza nodi. In Puglia, ad esempio, l’eurodeputato Pd Andrea Decaro deve fare i conti con le ingombranti presenze di Michele Emiliano e Nichi Vendola, mentre in Toscana i rapporti tra Pd e M5S restano tesi, con il partito di Giuseppe Conte che non sembra intenzionato a sostenere Giani. Sul fronte opposto, il centrodestra è in stallo. In Veneto, Lega e Fratelli d’Italia si contendono la successione a Luca Zaia. Fonti parlamentari riferiscono di un ultimatum della premier Giorgia Meloni: “O troviamo un accordo, o decido io”. Tra i nomi in campo, i senatori di FdI Raffaele Speranzon e Luca De Carlo, ma anche Matteo Zoppas, presidente Ice.
La Lega, però, insiste su un proprio candidato, come il deputato Alberto Stefani. Matteo Salvini, ottimista, ha dichiarato: “Chiuderemo tutto tranquillamente”, lasciando aperta l’ipotesi di un ruolo ministeriale per Zaia. L’ipotesi di un election day per le regionali resta sul tavolo, ma, come sottolineano ambienti di governo, sarà frutto di un accordo con le Regioni, non di un’imposizione centrale. Intanto, il prossimo vertice tra Meloni, Salvini, Tajani e Lupi, previsto per lunedì, sarà cruciale per sciogliere i nodi. In Campania, l’intesa su Fico non risolve tutte le tensioni. De Luca ha chiesto un congresso regionale del Pd prima delle elezioni per chiudere il commissariamento, mentre il tema dei rifiuti resta un punto di frizione con il M5S.
“Ogni Regione è una partita a sé”, fanno sapere fonti vicine a Conte, segnalando che l’apertura campana non si tradurrà automaticamente in un’alleanza altrove. Il risiko delle regionali è in pieno svolgimento. Con equilibri fragili e giochi ancora aperti, le prossime settimane saranno decisive per definire il futuro politico non solo della Campania, ma dell’intero panorama nazionale. Riuscirà il centrosinistra a consolidare l’intesa? E il centrodestra troverà la quadra? Le risposte arriveranno presto, ma il confronto è solo all’inizio.