Renzi boccia proposta Boeri: no tagli pensioni, serve fiducia

di Maurizio Balistreri

La proposta, spiegano da palazzo Chigi, era da tempo sul tavolo del premier. E da tempo era stata bocciata. Perchè tagliare le pensioni, anche se quelle “d’oro”, va nella direzione opposta alla filosofia che Matteo Renzi ha scelto per la sua Legge di Stabilità. “Dobbiamo dare fiducia agli italiani”, dice. Spiegando che seppure “alcuni correttivi proposti dall’Inps di Tito Boeri avevano un valore di equità”, tutavia “non mi è sembrato il momento”. Anche perché sempre a Vespa il premier spiega che la proposta Boeri avrebbe tagliato anche “pensioni da 2000 euro al mese”, oltre a scontare – come ha aggiunto ieri in serata il ministro del Lavoro Poletti – l’assenza delle risorse necessarie. Quello che da palazzo Chigi tengono a precisare, è che la pubblicazione sul sito dell’Inps della proposta di Boeri “era stata concordata”. Ergo, non va letta come una reazione dell’economista alla bocciatura di Renzi. La linea del premier è dunque “fiducia, fiducia, fiducia”.
Tanto più quando – sottolinea Renzi – i “dati positivi” dimostrano che l’Italia ha “rialzato la testa” e che è finita la “dittatura dello zero virgola”. E tanto più nel momento in cui l’opposizione al premier, spiegano suoi fidati collaboratori, fa scelte opposte: “Berlusconi ha ufficializzato oggi quello che già immaginavamo. Sarà alla manifestazione di Bologna insieme all’altro bla-bla-block Salvini. Bene, è un regalo enorme: loro vogliano bloccare il Paese, noi lo stiamo facendo ripartire”.

Stesso discorso per la minoranza interna, che ieri ha presentato i suoi emendamenti alla manovra: “Altro che Tasi e soglia del contante, il loro obiettivo è tutto politico, e lo dimostra il taglio che hanno dato alla conferenza stampa di oggi, insistendo su questa storia del partito della Nazione…”. La risposta di Renzi arriva in via indiretta: “I nostri sono provvedimenti di buon senso. Ma se vogliamo stare al gioco destra-sinistra, aver evitato l’aumento dell’Iva, aver investito sull`università e la ricerca, aver stanziato soldi per i poveri e le persone non autosufficienti è di sinistra o no?”, dice a Bruno Vespa che gli chiede se abbia copiato le sue riforme del premier. Ma al di là della difesa d’ufficio, non è un mistero che il premier guardi al voto moderato, tanto più nel giorno in cui appunto Berlusconi sceglie di seguire Salvini: Un ragionamento che guarda alle amministrative, e – ancora più in là – alle politiche: “Quei voti ai ballottaggi potrebbero andare al M5s. Meglio fare qualcosa che li porti a scegliere il candidato del Pd…”. E aggiunge un’altra fonte: “tutti dicono che vogliamo fare il partito della Nazione, ma noi faremo semplicemente il partito della gente normale”. Un ragionamento chiaro con l’aver puntato su Giuseppe Sala come candidato a sindaco di Milano, e che forse potrebbe replicarsi anche su Roma. Non su Alfio Marchini, ma comunque su un nome che guardi anche al voto moderato. E chissà se il candidato giusto emergerà dal “dream team” che Renzi vorrebbe ancora affiancare alla squadra  del prefetto Tronca: “Le nomine arriveranno venerdì prossimo, insieme al decreto sul Giubileo”, giura un renziano di ferro della Capitale.

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