Renzi innamorato di Marchionne: “Per l’Italia ha fatto più di certi sindacalisti”

Renzi innamorato di Marchionne: “Per l’Italia ha fatto più di certi sindacalisti”
3 aprile 2016

Appare sempre più forte il feeling tra Matteo Renzi e Sergio Marchionne. Bastava vederli a cena, fianco a fianco, qualche sera fa a Chicago attovagliati come due vecchi amici. E infatti, nella sua eNews, il premier racconta proprio quella serata: “Alla cena ufficiale abbiamo dimostrato di essere incompatibili anche con la musica, non solo con il basket, accompagnando in modo indecente un artista blues in ‘Sweet Home Chicago’. Ma il momento più forte della cena è stato il confronto sul passato e il futuro dell’industria dell’auto. Al tavolo infatti avevamo, tra gli altri Sergio Marchionne. Che con Emanuel e il suo team è stato protagonista del salvataggio della Chrysler, la scommessa industriale di Obama più riuscita”. “Due anni fa eravamo soli a sostenere il progetto italiano di Marchionne – prosegue Renzi -. Oggi i numeri parlano per lui: se la Basilicata produce le Jeep per il mercato americano è merito suo, che ci ha creduto quando tutto il pensiero dominante in Italia sapeva solo criticare. Ricordate quando nei talk show chi lo difendeva prendeva fischi su fischi e gli applausi erano tutti per i sindacalisti anti Marchionne? Guardate i dati della produzione di auto in Italia anche a marzo. Fate il conto dei posti di lavoro. E domandiamoci se per quelle che La Pira chiamava ‘le attese della povera gente’ sia più utile creare lavoro o lanciare solo slogan demagogici”. Tornato in Italia, subito approfita della manifestazione dei sindacati che ieri sono scesi in piazza per protestare sul tema delle pensioni (in particolare contro la Fornero), il premier rilancia la sua “dichiarazione d’amore”. “Io difendo Marchionne – dice -: la Chrysler era finita, Obama ci ha messo i soldi, perché i presidenti di sinistra sono quelli che credono negli investimenti pubblici, oggi le Jeep vengono fatte in Basilicata, è una roba bellissima. È di sinistra chi crea del lavoro se vuoi un Paese con le fabbriche devi aver imprenditori che ci credono. Penso che abbia fatto più Marchionne per i lavoratori che certi sindacalisti”.

I SINDACATI Intanto Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil confermano che il prossimo 19 maggio a piazza del Popolo a Roma si terrà una manifestazione nazionale dei pensionati. Una protesta unitaria a differenza di quella di ieri in cui Cgil, Cisl e Uil hanno riempito varie piazze italiane per rivendicare flessibilità verso il pensionamento e lavoro per i giovani. “Le pensioni devono cambiare radicalmente, deve cambiare la norma per quel che riguarda la costruzione di una previdenza per i giovani, quindi la possibilità non di immaginarsi un futuro da poveri, ma di persone che nella loro vita lavorativa metteranno insieme una condizione civile di pensione”, ha sottolineato la leader della Cgil, Susanna Camusso da Venezia. Concetto ribadito anche da quella della Cisl, Annamaria Furlan, che si trovava invece a Piazza Santi Apostoli a Roma: “Siamo qui per dire al governo che va cambiata la legge Fornero, che dalla mattina alla sera ha alzato l’età pensionabile dei lavoratori e delle lavoratrici di 6, 7 anni. Non si può stare fino a 67 anni su una gru, su una impalcatura o tenere una classe materna. Bisogna ripristinare la flessibilità in uscita per lasciare i posti di lavoro ai giovani”. Mentre Carmelo Barbagallo (Uil) ha parlato da Napoli: “Hanno cercato di mettere i giovani contro gli anziani noi, invece, insieme, chiediamo più flessibilità per gli anziani che vogliono andare in pensione e stabilità per i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro. In questi anni hanno cercato di risanare le finanze del Paese facendo fare sacrifici ai pensionati e ai pensionandi: a queste categorie, con le ultime riforme, sottraggono oltre 30 miliardi l’anno. È inaccettabile”. Red. Pol.

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