Renzi tace su Prodi e rinsalda asse con Franceschini nel Pd

Renzi tace su Prodi e rinsalda asse con Franceschini nel Pd
Gli ex premier, Matteo Renzi (L) e Romano Prodi
10 novembre 2017

Matteo Renzi non parla di Romano Prodi (ma chi ci ha conversato lo definisce “sereno”) e ospita sul treno il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, dando l’immagine plastica di un asse rinsaldato con uno dei principali “azionisti” del Pd. Il segretario, sul treno Dem che lo ha portato in Emilia-Romagna, ha letto i giornali e poi le agenzie che riportavano il pensiero di Prodi che vede una “tragedia” per una “Italia al baratro”. E ha letto anche i commenti di quanti, sia nel Pd che a sinistra, sollecitano un intervento del padre dell’Ulivo. Pubblicamente Renzi non ha commentato, ma non sarebbe preoccupato per un eventuale ritorno sulla scena, anche indirettamente, del Professore. “Alla fine Prodi ha parlato dell’Italia ma non c’è stato un attacco a Renzi. E anche Veltroni a ‘Carta bianca’ non ha alzato i toni”, sottolinea un esponente Dem molto vicino al segretario. Dunque Renzi mostra di non temere una manovra a tenaglia che coinvolga i padri nobili del Pd e va avanti per la sua strada. “Non mollo, promesso”, ha risposto a un sostenitore a margine della visita al distretto delle giostre in provincia di Rovigo. E a una signora che lo ha salutato dicendogli “Ho mollato Bersani per te” ha risposto scherzando: “Allora ti devo dare un bacio”. Proprio a sottolineare che nel Pd non c’è una guerra aperta con i ‘big’, sul treno è salito il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, considerato l’ago della bilancio per gli equilibri interni tra la maggioranza renziana e le minoranze. Il ministro nel pomeriggio ha portato Renzi nella sua Ferrara (dove alla stazione c’erano molti sostenitori ma anche numerosi contestatori) a visitare il Meis, il Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah.

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Da entrambi nessuna parola su coalizioni e alleanze, salvo una battuta di Renzi che in una diretta Facebook con lo stesso Franceschini e il capogruppo Ettore Rosato ha detto: “Se pensate che siamo tre persone che passano il tempo a ragionare di leggi elettorali, emendamenti e coalizioni, diciamo che abbiamo anche un’anima”. Solo una battuta, appunto, ma certamente Renzi e Franceschini hanno avuto modo di fare una approfondita discussione sul Pd nel viaggio in macchina verso Ravenna, per poi la sere essere ospiti a cena del maestro Riccardo Muti. “Con Dario – assicura un parlamentare Dem molto vicino a Renzi – non c’era nessun contrasto, nell’intervista al ‘Corriere della Sera’ aveva detto cose che Matteo ha condiviso, quindi non c’era da fare pace”. Certo però che in vista della direzione di lunedì e con la minoranza in pressing la giornata dà l’immagine di un “patto di sindacato” interno ancora saldo. Intanto nel suo viaggio in treno Renzi si è dedicato soprattutto di temi legati all’economia e alle banche. Sul convoglio di ‘Destinazione Italia’, tra l’altro, ha incontrato i rappresentanti di associazioni di consumatori che tutelano i risparmiatori della Banche Venete, ma anche risparmiatori di CariFerrara e i vertici di Banca Etica. E anche se non lo dice esplicitamente, il segretario Pd appare soddisfatto per l’andamento della commissione di inchiesta, da cui emergono le accuse di Consob a Banca d’Italia. “La Commissione d’inchiesta sulle Banche, voluta dal Pd, sta lavorando bene per capire chi ha sbagliato. E chi ha sbagliato deve pagare: non è populismo, è giustizia”, ha detto Renzi, annunciando l’obiettivo di “creare un fondo per il risparmio tradito, come richiesto dalle associazioni dei consumatori”.

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