L’esercito israeliano ha ricostruito che i corpi di tre cittadini – il diciottenne Sergente Maggiore Tamir Nimrodi, il trentacinquenne Uriel Baruch e il cinquantatreenne Eitan Levy – sono stati identificati presso l’istituto forense di Abu Kabir a Tel Aviv. Per uno di loro, la morte non era stata finora confermata ufficialmente da Israele. Il quarto corpo, però, è al centro del contendere.
Una fonte di alto livello di Hamas ha dichiarato ad Al Jazeera che “il corpo che il nemico afferma non appartenere a un israeliano è quello di un soldato catturato durante un’operazione di resistenza”. L’azione, secondo la ricostruzione del gruppo, sarebbe avvenuta nel campo profughi di Jabaliya a maggio 2024, durante la quale un militare israeliano sarebbe stato catturato e ucciso. All’epoca, l’esercito israeliano smentì categoricamente l’affermazione, dopo che Hamas aveva diffuso un video che mostrava una persona insanguinata trascinata in un tunnel e immagini di equipaggiamento militare non in uso presso le IDF.
Fino a questo momento, Hamas non si era pronunciato direttamente sul fatto che uno dei quattro corpi consegnati non fosse quello di un ostaggio israeliano. La disputa getta un’ombra ulteriore sul già complesso e drammatico processo di restituzione dei corpi, aggiungendo un tassello di tensione e propaganda a un conflitto dove ogni affermazione diventa terreno di scontro.