Revisione Italicum, SI e M5S attaccano Renzi. Il premier: “La legge non si cambia”

Revisione Italicum, SI e M5S attaccano Renzi. Il premier: “La legge non si cambia”
29 giugno 2016

Scoppia il caso della revisione della legge elettorale. E promette di tenere banco per tutte le settimane estive fino a ridosso dell’autunno, quando porterà qualche chiarimento sul fronte del referendum sulle riforme costituzionali, passo dapprima invocato come cruciale per la sua permanenza a Palazzo Chigi e in politica dal premier Matteo Renzi, oggi in via di ripensamento, anche alla luce delle molte novità sia in campo nazionale, con l’esito delle elezioni amministrative, sia in quello internazionale, con il risultato del referendum sulla Brexit. A scatenare quello che si sarebbe sviluppato nel corso della giornata come un crescendo di reazioni è stata la presentazione, nel corso della conferenza dei capigruppo di Montecitorio, di una mozione da parte di Sinistra Italiana per la revisione dell’Italicum.

La richiesta è stata accolta e rimandata a dopo l’estate, alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre. Subito sono iniziate a piovere reazioni dai vari schieramenti e partiti. Chi a plaudire alla necessità di una revisione della legge elettorale ed assicurare il proprio contributo, chi a proporre il recupero del Mattarellum, chi a reiterare la richiesta del premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista (proposta cara da Fi agli alfaniani), chi a stigmatizzare il fatto che “la mano amica di Si” aveva aiutato Renzi a togliere molte castagne dal fuoco. Permettendogli di rimettere mano all’Italicum giocando di sponda, dando anzi mostra di dialogo ed apertura, ma nel contempo mettendosi al sicuro da un possibile “sorpasso” da parte del Movimento 5 Stelle, grazie al premio che prevede l’attuale formulazione della legge e alla luce della crescente affermazione del Movimento alle ultime consultazioni elettorali. Ma dal fronte dei grillini arrivava chiara la precisazione: “Noi siamo e da sempre siamo stati contrari all’Italicum perché lo riteniamo incostituzionale”.

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Come a dire, se si dovesse parlare di modifiche, noi siamo d’accordo. In serata, nel tentativo di metter fine a questo gran polverone è intervenuta una nota dell’ufficio del ministro Boschi, che ha spiegato come la mozione in questione non poteva in alcun modo mettere in discussione la legge, in quanto la mozione non era stata calendarizzata ma solo rimandata a settembre e solo dopo le ferie si sarebbe esaminato l’eventualità di un inserimento in agenda. Ma soprattutto perché la mozione non toccava la revisione della legge. Immediata la replica di Sinistra italiana che per voce del capogruppo Scotto chiariva a sua volta: sbaglia la ministra Boschi, perché la mozione è già in agenda per settembre, in quota opposizione, e soprattutto riguarda proprio la revisione dell’Italicum. A chiudere la partita arrivava infine la dichiarazione del renziano doc Marcucci, che sentenziava: “L’Italicum si può cambiare o modificare in qualsiasi momento. Per farlo non servono mozioni o spifferi raccolti nei corridoi, ma maggioranze parlamentari”. Ma in tarda serata, nella sua diretta Facebook, Renzi mette tutti a tacere: “L’Italicum non si cambia.  La mozione in Parlamento sull’Italicum? L’ha presentata l’opposizione, niente da preoccuparsi”. La partita è solo iniziata.

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