Ricerca Cnr, c’è la nebbia? I camini inquinano di più

Ricerca Cnr, c’è la nebbia? I camini inquinano di più
18 ottobre 2016

Le emissioni prodotte dalla combustione della legna usata per il riscaldamento domestico partecipano alla formazione dell`aerosol organico, una delle componenti delle tanto temute polveri sottili. Queste ultime sono prodotte in quantità maggiore in caso di nebbia, a causa del ruolo svolto dalle particelle umide in cui avvengono i processi chimico fisici di trasformazione delle emissioni della combustione. È quanto emerge da uno studio condotto dall`Istituto di scienze dell`atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), in collaborazione con Aerodyne Research Inc., Università di Ferrara e Agenzia regionale per la prevenzione, l´ambiente e l´energia (Arpae) dell´Emilia-Romagna e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). “Le polveri sottili, o aerosol atmosferico, costituiscono una minaccia per la salute umana: in Italia sono responsabili di una riduzione di più di un anno dell`aspettativa di vita, mentre in Europa causano più di 300 mila morti l`anno”, spiega Stefania Gilardoni dell`Isac-Cnr, tra gli autori dello studio. “L`aerosol organico costituisce più del 50% delle polveri sottili, è quindi un fattore decisivo per la qualità dell`aria e per il clima; le osservazioni sperimentali indicano che più della metà è di origine secondaria, ossia prodotto e rilasciato in atmosfera da processi fisici e chimici sui quali però si conosce ancora poco poiché sono ancora oggetto di ricerca”.

Lo studio dell`Isac-Cnr identifica una sorgente e un meccanismo di formazione di aerosol organico secondario finora trascurato dalla maggioranza degli studi sul clima e la qualità dell`aria. “Questo lavoro mostra che, in presenza di umidità e nebbia nell`atmosfera, le reazioni chimiche che coinvolgono le emissioni della combustione della legna aumentano la produzione di aerosol organico secondario e, dunque, la concentrazione di polveri sottili nell`aria”, prosegue la ricercatrice. “Si spiega così l`alto livello di aerosol organico secondario in inverno. La presenza di umidità in atmosfera aumenta inoltre la capacità dell`aerosol prodotto dalla combustione di assorbire la radiazione solare e ciò porta a un aumento del riscaldamento dell`atmosfera, influendo sul cambiamento climatico e contribuendo all`innalzamento delle temperature. Le conoscenze acquisite grazie a questo studio sono quindi importanti anche perché forniscono indicazioni utili per lo sviluppo di politiche ambientali più efficaci”.

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