Rifiuti, continua scontro tra Marino e i Catanzaro. L’ex pm: “Hanno fatto affari con uomini vicini alla mafia”. L’impresa: “La quereliamo”

Rifiuti, continua scontro tra Marino e i Catanzaro. L’ex pm: “Hanno fatto affari con uomini vicini alla mafia”. L’impresa: “La quereliamo”
31 marzo 2015

Continua lo scontro a distanza tra l’ex pm antimafia Nicolò Marino e la Società Catanzaro Costruzioni. Ad accendere la miccia questa voltal’ex assessore all’Energia della Regione Siciliana. “La ‘Catanzaro costruzioni’, come si ricava in maniera inconfutabile dai lavori della commissione da me costituita, ha beneficiato di autorizzazioni rilasciate dalla Regione Siciliana in palese e insanabile violazione di legge”. Va giù duro, Marino. “L’improvvisa divulgazione di informazioni in merito alla mia citazione diretta avanti il Giudice di Pace per rispondere di diffamazione in danno dei fratelli Catanzaro – aggiunge il magistrato – disposta dalla Procura di Palermo senza che mi sia stata notificata informazione di garanzia e neanche il rituale avviso di deposito degli atti dal Giudice di Pace, mi impone di intervenire a mezzo stampa, non certo per anticipare il relativo processo al quale, comunque, con le garanzie che si devono ad un qualunque cittadino, preliminari investigazioni più complete avrebbero probabilmente fornito un quadro più completo, bensì per ribadire il mio documentato pensiero, come del resto fatto pubblicamente e, di recente in sede istituzionale, davanti la Commissione Parlamentare di inchiesta sull’Ecomafia”.

Poi sottolinea che “la medesima ditta ha composto una delle Ati che si aggiudicarono la gara dei termovalorizzatori; i signori Catanzaro risultano fra gli accusatori del sindaco di Siculiana, del comandante dei vigili urbani e del capo dell’ufficio tecnico di quella città rei di volere gestire la loro discarica pubblica: la sentenza del competente giudice, passata in giudicato, oltre che assolvere gli imputati del reato di abuso loro contestato, ha acclarato come la ‘Catanzaro costruzioni’, in palese violazione di legge, si sia appropriata di una discarica pubblica (con riferimento alla terza vasca)”. In sostanza, pe Marino “i fratelli Catanzaro hanno intrattenuto rapporti di affari, con soggetti indagati in quanto ritenuti vicini a uomini di spicco di Cosa Nostra ed hanno acquistato una società di Francesco Zummo, ritenuto prestanome di Bernardo Provenzano”. Immediata la replica della Catanzaro costruzioni che già “ha ridato mandato ai propri difensori per querelare l’ex assessore affinché innanzi al Giudice si accerti la verità e ciascuno si assuma le conseguenze correlate”. Lo scontro continua.

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