Politica

Riforme elettorale e penale tengono banco, governo a dura prova

Il dibattito politico continuera’ ad essere ‘segnato’ dal fallimento del ‘patto a 4′ sulla riforma della legge elettorale. Ma bisognera’ attendere le prime votazioni su due provvedimenti importanti e delicati, la cosiddetta ‘manovrina’ e la riforma del processo penale, per capire quali saranno le effettive ricadute e conseguenze sugli equilibri in Parlamento e, soprattutto, quali i possibili sbocchi dopo la rottura traumatica dell’accordo tra Pd, Forza Italia, M5S e Lega. Entrambi i provvedimenti infatti – il primo all’esame del Senato da martedi’ 13 giugno, mentre il secondo sempre a partire da martedi’ impegnera’ l’Aula di Montecitorio – avranno la funzione di ‘cartina tornasole’: l’incognita numeri a palazzo Madama costringera’ la maggioranza a ricompattarsi, nonostante Matteo Renzi e Angelino Alfano siano arrivati ai ferri corti nei giorni scorsi. Tra i sostenitori del voto anticipato, pero’, c’e’ chi e’ pronto a scommettere nella possibilita’ di un incidente che potrebbe determinare la fine della legislatura. Anche per questo, l’attenzione sara’ catalizzata dall’atteggiamento che Mdp terra’ al Senato, dopo che alla Camera non ha votato la manovrina a causa delle nuove norme sui voucher. Se gli ex dem dovessero bissare il no anche a palazzo Madama, sarebbe messo a serio rischio il via libera definitivo del provvedimento.

Le tensioni non mancano neppure sul fronte della riforma del processo penale: gli orlandiani vorrebbero che il governo ponesse la fiducia, come avvenuto al Senato, ma al momento non sembra essere questo l’orientamento sia dell’esecutivo che del segretario Pd. Riflettori puntati anche sul voto delle amministrative. C’e’ attesa soprattutto per i risultati che incassera’ il Movimento 5 Stelle M5S, in particolare a Palermo e Genova, ma occhi puntati pure sul Pd. Dalle percentuali di voti e dal numero di citta’ confermate e guadagnate dal partito di largo del Nazareno, infatti, in molti ritengono che discenderanno le mosse successive di Renzi e quindi il destino stesso della legislatura. Anche se, dopo il de profundis sul sistema alla tedesca, si sono ricompattati in un unico fronte trasversale i partiti contrari alle elezioni in autunno. Insomma, il quadro politico appare incerto e alquanto ‘liquido’. Il governo, tuttavia, prosegue la sua attivita’ senza scossoni. Sia Alternativa popolare che il Pd hanno infatti confermato il loro pieno appoggio al premier Paolo Gentiloni che domani, lunedi’ 12 giugno, sara’ a Berlino dove interverra’ all’International Conference G20 Africa Partnership – Investing in a common future (EUREF – Campus). Tornando all’attivita’ del Parlamento, da segnalare martedi’ 13 giugno la riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera per capire il da farsi e verificare la possibilita’ di riprendere il lavoro sulla riforma del sistema di voto. Giovedi’ 15 giugno il Parlamento tornera’ a riunirsi in seduta congiunta per l’elezione di un giudice della Corte Costituzionale.

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