Roma blindata: 800mila metri quadri sotto assedio per il Giubileo dei giovani

Migliaia di agenti, droni anti-terrorismo e una “veglia” di sicurezza h24: Roma si trasforma in una fortezza per proteggere centinaia di migliaia di pellegrini. Un dispositivo senza precedenti per una settimana che tiene l’Italia con il fiato sospeso.

Roma si prepara a diventare una cittadella blindata. Dal 28 luglio al 4 agosto, centinaia di migliaia di giovani pellegrini convergeranno nella Capitale per il Giubileo dei Giovani, innescando quello che gli esperti definiscono il più imponente dispositivo di sicurezza dell’anno.

Un meccanismo complesso, tecnologicamente avanzato e capillarmente organizzato che trasformerà l’area di Tor Vergata in una zona ad altissima sorveglianza. La macchina della sicurezza è stata messa a punto durante un tavolo tecnico presieduto dal Questore di Roma presso l’Ateneo di Tor Vergata, con la partecipazione del Sindaco Roberto Gualtieri, del Prefetto Lamberto Giannini, del Capo della Protezione Civile e dei rappresentanti vaticani.

L’obiettivo dichiarato è una “veglia” continua sulla sicurezza dei fedeli, un termine che rivela la dimensione quasi militare dell’operazione.

Il calendario degli eventi critici

Il programma si snoda attraverso una settimana densa di appuntamenti ad alto rischio. Si parte il 29 luglio con la Santa Messa di benvenuto in Piazza San Pietro alle 19:00, celebrata da Monsignor Rino Fisichella, seguita dal “Giubileo dei Missionari Digitali” in Piazza Risorgimento. Il 30 luglio sarà la volta dell’udienza generale con Papa Francesco, sempre in Piazza San Pietro.

Ma è dall’1 agosto che la tensione sale: la giornata penitenziale al Circo Massimo dalle 10:30 alle 18:00 rappresenta il primo vero test per le forze dell’ordine. Il clou arriverà il 2 agosto con la Veglia di preghiera con Papa Francesco a Tor Vergata alle 20:30, seguita il giorno successivo dalla Santa Messa pontificia alle 9:00. La chiusura, il 4 agosto, sarà dedicata ai fedeli neocatecumenali.

L’area blindata: 800mila metri quadri sotto controllo

Numeri del dispositivo:
• Area totale controllata: 800.000 mq
• Zone di sicurezza: 3 livelli concentrici
• Steward impiegati: 5.000 unità
• Paesi coinvolti nella cooperazione: 7 (Italia, Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Austria, Albania)

Tor Vergata si trasformerà in una gigantesca zona rossa. Gli 800mila metri quadri dell’area saranno suddivisi in tre zone di sicurezza concentriche, con un’Area di Massima Sicurezza attorno all’altare papale. Il presidio scatterà alle 18:00 dell’1 agosto, raggiungendo l’apice operativo dalla mezzanotte del 2 agosto fino al termine delle celebrazioni del 3, per poi essere rimodulato per l’evento finale.

Il cuore tecnologico dell’operazione punta tutto sui sistemi anti-drone. Oltre al CUAS (Counter Unmanned System) dell’Esercito Italiano, la Questura di Roma schiererà il proprio innovativo sistema anti-drone, gestito da personale altamente specializzato. Una rete di protezione aerea che non lascia spazi scoperti, supportata da attività di intelligence OSINT in collaborazione con la Polizia Postale.

La dimensione internazionale dell’evento emerge dalla cooperazione con le forze di polizia europee: pattugliamenti congiunti vedranno fianco a fianco agenti italiani e colleghi provenienti da Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Austria e Albania. Un segnale della portata transnazionale percepita della minaccia.

La logistica del controllo

L’accesso all’area avverrà attraverso tre varchi strategici, ciascuno collegato alle principali arterie di trasporto pubblico:

Varco 1 (Gismondi): raggiungibile via Metro C
Varco 2 (Passo Lombardo): servito dalla Metro A e dalla stazione ferroviaria di Ciampino
Varco 3 (Porta Portella): collegato alla Metro C

Ogni pellegrino dovrà superare controlli attraverso portali metal detector “a passaggio multiplo”, una tecnologia studiata per accelerare le procedure senza compromettere l’efficacia. Le regole sugli oggetti consentiti rivelano il livello di allerta: ammessi ombrelli senza punta, power bank e borracce, vietati invece ombrelli a punta, oggetti contundenti, puntatori laser e spray urticanti.

Cinquemila steward gestiranno l’accoglienza e l’indirizzamento dei fedeli, trasformando la sicurezza in un’operazione “partecipata” che coinvolge civili addestrati per l’occasione.

Il bunker operativo

Tutte le operazioni saranno coordinate h24 dal Centro per la Gestione della Sicurezza dell’Evento presso la Questura, una sala operativa dotata di maxi schermi e sistemi di comunicazione potenziati. A Tor Vergata, lungo via dell’Archiginnasio, sorgerà un Villaggio Campale che ospiterà la base della Protezione Civile e un Posto di Comando Avanzato della Questura, una proiezione sul campo della sala operativa principale.

Il dispositivo rappresenta un caso di studio nella gestione della sicurezza per grandi eventi religiosi. Ma solleva anche interrogativi sulla proporzione tra minaccia percepita e risposta operativa. Mentre Roma si prepara ad accogliere i giovani pellegrini, resta da capire se questo modello di sicurezza totale diventerà il nuovo standard per gli eventi di massa nella Capitale, ridefinendo per sempre il rapporto tra libertà di movimento e controllo preventivo nella città eterna.