Scienza e Tecnologia

Rompere noci di palma, anche le scimmie si tramandano comportamenti tecnologici

I cebi barbuti di Fazenda Boa Vista, in Brasile, tramandano di generazione in generazione comportamenti tecnologici come l`uso di strumenti per rompere noci di palma: allo studio che ha ottenuto la copertina di Pnas partecipa Elisabetta Visalberghi dell`Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr. Le tradizioni culturali umane si mantengono attraverso meccanismi quali l`imitazione e l`insegnamento. Ma cosa accade in altre specie? I risultati di uno studio su una popolazione di cebi barbuti `Sapajus libidinosus`, condotto da un gruppo di ricercatori – fra cui Elisabetta Visalberghi dell`Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Istc-Cnr) – a Fazenda Boa Vista, nel Nord-Est del Brasile, mostrano che l`uso di strumenti per queste scimmie è una `tradizione` che gli individui imparano da giovani e che passa di generazione in generazione. L`articolo `Synchronized practice helps bearded capuchin monkeys learn to extend attention while learning a tradition` è stato appena pubblicato sul numero dei Proceeding of the National Academy of Science (Pnas) guadagnandosi anche l`onore della copertina.

“I risultati sono chiarissimi. Se un cebo esperto usa strumenti, l`attenzione di quelli inesperti viene `catturata` facendo aumentare significativamente la frequenza con cui questi individui eseguono comportamenti rilevanti per l`apprendimento dell`uso di strumenti, come battere una noce su un`incudine o un sasso sulla noce. Anche dopo che il cebo esperto ha rotto la sua noce, quelli inesperti continuano a svolgere queste attività per parecchi minuti”, spiega Visalberghi. Cosa dimostra questo studio? “Che l`attenzione e le attività degli individui inesperti sono innescate dall`uso di strumenti di `chi ne sa di più` e che queste influenze sono di lunga durata. Ne consegue che la reiterata pratica delle azioni necessarie per usare correttamente uno strumento aumenta sensibilmente la probabilità che i giovani inesperti affinino le loro capacità e raggiungano il risultato voluto. È solo a 3-4 anni di età, e dopo anni di esercizio, che i cebi cominciano ad avere i primi successi. Alcuni però incontrano forti difficoltà anche a sette anni, quando la gran parte dei loro coetanei sono diventati esperti: ciò dimostra che il compito non è per nulla facile e che il contesto sociale ne promuove l`acquisizione grazie `all`esempio` di chi lo risolve”.

Il meccanismo messo in luce, per quanto relativamente semplice, porta a una conclusione importante: “Nei cebi le interazioni sociali influenzano l`attenzione, la memoria e lo stile di chi impara, la presenza di individui esperti che si comportano secondo i canoni tradizionali del gruppo, influenza il comportamento dei giovani. La trasmissione di comportamenti tradizionali non è dunque una prerogativa umana, per quanto l`uomo sia la specie più tecnologicamente avanzata e con le differenze culturali più evidenti. Ci sono voluti anni di osservazioni per capire come i giovani cebi imparano ad usare strumenti”, aggiunge. “A tal fine abbiamo sviluppato una metodologia in cui un osservatore umano registrava in un data-log il comportamento di un cebo inesperto mentre un altro osservatore registrava quello di individui esperti che si trovavano nel raggio di 10 metri. I due tipi di dati sono stati poi combinati e analizzati congiuntamente. Con il nostro approccio metodologico, si potrebbe scoprire che anche in altre specie animali le influenze sociali sono così potenti”, conclude la ricercatrice. “Ma è indubbio che i cebi di Fazenda Boa Vista siano particolarmente adatti per questo tipo di studi poiché usano strumenti litici per rompere noci dal guscio durissimo e che questo comportamento è presente solo in alcune popolazioni di cebi e in pochissime altre specie di primati”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da