Rosetta si prepara a studiare la chioma della cometa 67-P

Rosetta si prepara a studiare la chioma della cometa 67-P
23 settembre 2015

rosetta-landing-comet-philae spazio navicellaLa sonda Rosetta ha iniziato ad allontanarsi dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko per poterne meglio studiare la chioma. Nella notte – spiega l’Agenzia spaziale italiana – la cacciatrice di comete dell’Esa ha iniziato una manovra di escursione che la porterà a 1.500 chilometri dal nucleo di 67-P. L’obiettivo scientifico principale è quello di studiare la coda della cometa su scala più ampia, proprio mentre l’attività è ancora alta durante il post-perielio. Inoltre, in questo lasso di tempo, tutti gli strumenti a bordo della sonda saranno operativi e sarà possibile studiare l’ambiente del plasma della cometa grazie a RPC, il Rosetta Plasma Consortium. L’arrivo di Rosetta alla distanza stabilita è al momento previsto per il 30 settembre: la sonda si posizionerà sul lato diurno della cometa, sopra l’emisfero meridionale, a -60 gradi di latitudine. Dopo aver raggiunto il punto più lontano, Rosetta accenderà nuovamente i suoi propulsori per tornare a 500 chilometri dal nucleo entro il 7 ottobre. Oltre a studiare l’interazione del plasma con l’ambiente cometario, gli scienziati mirano anche ad individuare il cosiddetto “bow shock”: un fenomeno della magnetosfera planetaria o stellare, una sorta di confine nel quale il vento solare cade in modo brusco a contatto con la magnetopausa. L’esistenza del bow shock attorno all’apice dell’attività di una cometa è stato teorizzato nel 1967 da Ludwig Biermann e confermato negli ultimi decenni dalle osservazioni di altre comete.

Quando una cometa si avvicina al Sole – prosegue l’Asi – le molecole ghiacciate, acqua, monossido di carbonio e biossido di carbonio, sublimano in superficie e in profondità trascinando nello spazio anche le particelle di polvere: tutti questi elementi formano nel loro insieme la chioma. Le molecole della chioma sono in origine neutre ma diversi processi di tipo fisico possono intervenire e rimuovere uno o più elettroni, ionizzando il gas. Gli ioni molecolari risultanti formano la magnetosfera della cometa dove inizia l’interazione con il vento solare ovvero il flusso di particelle cariche proveniente dall’alta atmosfera del Sole che porta con sé il campo magnetico della stella in tutto lo spazio interplanetario. Gli ioni della chioma si muovono ad una velocità più bassa rispetto al vento solare. Quest’ultimo tende così ad accumularli nel bow shock, dove nasce una netta differenza dei valori del campo magnetico tra i due ambienti di plasma. Il periodo successivo al perielio (il punto di massima vicinanza al Sole, raggiunto da 67-P e da Rosetta il 13 agosto scorso) dovrebbe essere favorevole dato che ci si aspetta che il bow shock si trovi più vicino alla cometa, entro un migliaio di chilometri. Oltre a cercare il bow shock, il team del Rosetta Plasma Consortium ha in programma una serie di misurazioni per identificare altre regioni di transizione. Mentre la risoluzione temporale dei dati sarà simile a quella ottenuta per altre comete, la risoluzione spaziale sarà certamente migliore dato che Rosetta si muove molto più lentamente della cometa.

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