Russia pianifica parata vittoria 9 maggio in Mariupol. Nella città sventola bandiera russa

Russia pianifica parata vittoria 9 maggio in Mariupol. Nella città sventola bandiera russa
13 aprile 2022

La Russia potrebbe pianificare una “Parata del giorno della vittoria” nella città devastata di Mariupol, il 9 maggio, che coincide con il Giorno della vittoria contro il nazismo nella Seconda guerra mondiale celebrato in Russia, ha dichiarato il consigliere del sindaco del centro ucraino sottoassedio Petro Andryushchenko su Telegram. Secondo il consigliere, Kostyantyn Ivashchenko, a cui è stato affidato il compito di gestire con le sue truppe le zone di Mariupol sotto il controllo russo, ha ricevuto l’ordine di “ripulire le zone centrali dai detriti e dai corpi senza vita per garantire che si possa svolgere la parata il 9 maggio”. “Dalle date indicate, gli occupanti intendono organizzare un ‘carnevale della vittoria’ a Mariupol in caso l’operazione abbia successo – ha aggiunto Andryushchenko – La buona notizia è che non ci sono veicoli o persone in città per portare avanti questi eventi”.

Intanto, le immagini aeree di Mariupol, in Ucraina, riprese da un drone e diffuse dal ministero della Difesa russo, mostrano edifici bombardati, soldati russi che distribuiscono cibo e la bandiera russa che sventola su una piccola struttura d’appoggio dell’esercito invasore. Secondo la Russia, oltre mille soldati ucraini si sarebbero arresi nella città sud-orientale assediata dopo una feroce battaglia durata sei settimane. L’Ucraina afferma invece che parte di questi militari sarebbero fuggiti e sarebbero stati riassegnati ad altri battaglioni.

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La strage al teatro di Mariupol è uno degli eventi chiave della guerra scoppiata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ed è per questo un luogo in cui si continua a combattere anche oltre il campo di battaglia. Le milizie pro-russe hanno accompagnato la stampa internazionale fra le rovine del teatro distrutto il 16 marzo dai bombardamenti russi, nei giorni più drammatici per la città, che è un porto strategico e un ponte fra il Donbass e la Crimea. Qui si erano rifugiate più di 1.000 persone per sfuggire alle bombe, almeno 300 morirono, secondo Kiev. Oggi Mosca, che rivendica di avere ormai pieno controllo della città, ha fornito la sua versione.

“Quando inizieremo a rimuovere le macerie, il numero delle vittime sarà più chiaro. Quello che vediamo è l’applicazione della tattica ‘presa di ostaggi’. Le persone sono state portate qui dalle case circostanti, stavano provando a scappare dalla città e non hanno potuto lasciarla”, sostiene un rappresentante della milizia filo russa del Donetsk, accusando Kiev, ma senza fornire prove. A Mariupol le evacuazioni di civili – per cui è necessario un cessate il fuoco in modo da non mettere in pericolo le persone mentre sono in strada – in quelle prime settimane di marzo vennero annunciate e interrotte più di una volta: secondo il governo di Kiev, la Russia non rispettava gli accordi sulle tregue: una circostanza confermata dalla Croce Rossa Internazionale che ha dovuto interrompere diverse operazioni in quei giorni spiegando che “non c’erano le condizioni di sicurezza”.

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