Politica

Commissione russa respinge candidatura di Navalny. Ue: “Seri dubbi sul pluralismo”

E’ già alta la tensione in Russia in vista delle presidenziali del 18 marzo prossimo. Gli animi si sono accesi soprattutto quando nei giorni scorsi la Commissione elettorale centrale russa ha respinto all’unanimita’ la candidatura dell’oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny. Tutti i 12 componenti della Commissione hanno votato contro la candidatura di Navalny, motivando il rigetto con la controversa condanna a 5 anni per appropriazione indebita da lui subita. Navalny ha sempre sostenuto che si e’ trattato di una sentenza politica e ha invitato i cittadini a boicottare le elezioni presidenziali. “Stiamo proclamando uno sciopero degli elettori – ha detto Navalny -. Chiederemo a tutti di boicottare queste elezioni. Non ne riconosceremo i risultati”. Il Cremlino, dal canto suo, ha difeso la “legittimità” delle elezioni presidenziali. “La mancata partecipazione di una delle persone che voleva essere candidata  – ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov – a causa della legge non può in alcun modo influenzare la legittimità delle elezioni” in cui il presidente Putin cercherà di ottenere un quarto mandato. Questa decisione della Commissione elettorale è tutt’altro che sorprendente, visto che aveva a più riprese avvertito che il leader dell’opposizione non poteva candidarsi prima del 2028 a causa di una condanna – lo scorso febbraio – a cinque anni di reclusione con la condizionale per distrazione di fondi. Il no alla candidatura del leader dell’opposizione al Cremlino, “getta seri dubbi sul pluralismo politico” in Russia, per un portavoce della Commissione europea.

La decisione della commissione elettorale russa “getta seri dubbi sul pluralismo politico in Russia e la prospettiva di elezioni democratiche il prossimo anno”, ha affermato Maja Kocijancic, ricordando che la Corte europea dei diritti umani (Cedh) aveva stabilito che il diritto a un processo equo era stato negato nel 2013 a Navalny, alla fine condannato lo scorso febbraio per distrazione di fondi. L’annuncio della Commissione elettorale non è stato una sorpresa, visto che aveva a più riprese avvertito che il leader dell’opposizione non poteva candidarsi prima del 2028. “Noi ci aspettiamo dalle autorità russe che garantiscano che ci siano opportunità eque, compreso durante le elezioni presidenziali che si svolgeranno il 18 marzo”, ha dichiarato ancora la portavoce, che ha ribadito la richiesta alla Russia di invitare l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) per monitorare le elezioni. Intanto in Russia è piena campagna elettorale. La data del 18 marzo 2018 per lo svolgimento delle elezioni per la Russia è simbolica, perche’ e’ l’anniversario dell’annessione della Crimea, avvenuta nel 2014. La campagna elettorale e’ cosi’ ufficialmente iniziata. Il presidente Putin ha annunciato l’intenzione di candidarsi, da indipendente, per quello che con ogni probabilita’ sara’ il suo quarto mandato al Cremlino, in assenza di un rivale che possa realmente metterne in dubbio la vittoria alle urne. Il leader dell’opposizione di piazza, Aleksei Navalny, che gia’ un anno fa ha iniziato la sua campagna elettorale in tutto il paese, sara’ impossibilitato a partecipare per i suoi problemi con la Giustizia, come detto, a suo dire costruiti appositamente per tenerlo lontano dalla politica.

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