Scossa nel Ncd, Sacconi pronto a lasciare Alfano. E’ stato subalterno su gay

“Ci devo riflettere soprattutto alla luce delle conseguenze di ciò che è successo e sui futuri assetti politici”. Il senatore Ncd Maurizio Sacconi ha votato ‘no’ alla fiducia sulla Unioni civili e questo potrebbe essere il preludio all’addio al partito, in polemica con Angelino Alfano. La legge sulle Unioni civili, dice in un’intervista alla Stampa, “è stata costruita per un progetto ideologico. Sui diritti ci saremmo accordati in cinque minuti: l’assistenza in carcere, in ospedale, l’eredità, la casa. E invece si è voluto il similmatrimonio omosessuale che deve condurre alla famiglia artificiale attraverso la giurisprudenza ideologizzata. Noi dovevamo tenerci le mani libere per una battaglia culturale prima ancora che politica”. “Non mi sfugge – prosegue Sacconi – l’importanza della tattica per chi conduce un partito. Ma la prospettiva della rigenerazione del centrodestra, anche per nostro impulso, doveva privilegiare un’affermazione di identità. E invece Alfano, che era stato perfetto fino al giorno prima, di fronte a una concreta possibilità di immediato ruolo politico, ha preferito un ritorno a breve. Non è la prima volta”. Il riferimento è “all’elezione del presidente della Repubblica. Era logico – aggiunge Sacconi – che la maggioranza delle riforme istituzionali eleggesse il capo dello Stato. Si sarebbe così anche mantenuto il filo per la ricostruzione di un centrodestra unito. Però, anche lì, una ragione tattica ci ha spinto all’accordo con Renzi. Io allora mi sono dimesso da capogruppo perché pensavo che Ncd dovesse perseguire una visione. Come oggi”.

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