Salario minimo, nuovo scontro. Pd-M5s: no ad altri rinvii

Salario minimo, nuovo scontro. Pd-M5s: no ad altri rinvii
Elly Schlein e Giuseppe Conte
12 ottobre 2023

E’ di nuovo scontro sul salario minimo, il Cnel – come ampiamente nell’aria – boccia di fatto la proposta di salario minimo delle opposizioni e indica la strada della contrattazione collettiva che piace alla maggioranza, scatenando la reazione di Pd, M5s, Verdi-Sinistra e Azione.

Il voto al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro non riserva sorprese, passa la linea che piace al centrodestra, e ora la battaglia si sposta in aula alla Camera, dove il 17 è previsto l’avvio della discussione sul testo base uscito dalla commissione, cioè la proposta delle opposizioni di un salario minimo di 9 euro. Discussione che la maggioranza sembra intenzionata a troncare sul nascere, rimandando tutto in commissione dove potrebbero essere presentate le controproposte del centrodestra. Uno scenario che Pd e M5s vogliono evitare, costringendo in qualche modo il centrodestra a dire no in aula alla proposta delle opposizioni.

 

Il Cnel per affossare proposta

 

Elly Schlein e Giuseppe Conte alzano la voce, i leader di Pd e M5s dichiarano quasi in contemporanea nel pomeriggio e l’ex premier racconta che c’è stato un vero e proprio coordinamento. La segretaria democratica sottolinea la spaccatura del Cnel – che ha votato a maggioranza con il no, tra gli altri, di Cgil, Uil – e accusa: “Il tentativo della presidente Meloni di usare il Cnel per affossare la proposta di salario minimo delle opposizioni è miseramente fallito. L`esito delle votazioni sul documento finale sancisce una divisione così forte all`interno del Cnel da far si che le conclusioni offerte al governo ne risultino fortemente indebolite”. 

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Per la Schlein tocca ora al governo pronunciarsi. “Aspettiamo al varco governo e maggioranza. Non ci stancheremo di incalzarli se decideranno di fuggire, ancora una volta, rimandando il disegno di legge in commissione. Abbiano il coraggio di dire ‘no’ sui 9 euro l’ora che abbiamo proposto per i 3.5 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri in Italia”.

 

Calenda spera

 

Simile la posizione di Conte: “sul salario minimo la faccia non ce l’ha messa, ha rimandato la palla al Cnel di Brunetta e oggi si compie il delitto perfetto. Il Cnel di Brunetta, come era immaginabile, ha fatto da sponda e addirittura rinvia alla contrattazione collettiva”. Anche l’ex premier promette barricate: “Noi non demorderemo – ha concluso – le forze di maggioranza hanno già preannunciato un rinvio dall’aula alla commissione. Vogliono fare melina sulle spalle dei lavoratori sottopagati. Tre milioni e settecentomila lavoratrici e lavoratori che lavorano senza portare a casa una paga dignitosa per vivere. Contrasteremo in tutti i modi questo disegno che consideriamo scellerato”.

Alla Meloni si rivolge anche Carlo Calenda, che però sembra sperare in un dialogo in extremis: “Il Cnel si è spaccato sul salario minimo. Ora tocca a Giorgia Meloni dire una parola sulla posizione del governo e su come affrontare il problema del lavoro povero. Ci eravamo incontrati l`11 agosto con la promessa di una risposta entro sessanta giorni. Ora è tempo di sciogliere questo nodo. Evitiamo se possibile uno scontro parlamentare”.

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Foti accusa le “sinistre”

 

In casa Pd e 5 stelle, invece, la convinzione è appunto che la maggioranza voglia solo “fare melina”, come dice Conte, nessuno crede alla possibilità di un vero confronto e l’obbiettivo è appunto quello di andare alla conta in aula, costringendo il centrodestra ad assumersi pubblicamente la responsabilità di un no al salario minimo. Esito che ovviamente la maggioranza vuole provare ad evitare.

Tommaso Foti, capogruppo Fdi alla Camera, accusa le opposizioni, anzi “le sinistre” di “tentare di delegittimare l`arbitro, nel caso di specie il Cnel, organo costituzionale terzo e indipendente”. Paolo Barelli, presidente dei deputati di Fi, sposa la linea emersa dal Cnel: “Noi non facciamo melina, come sostengono le opposizioni, Il Cnel rappresenta il mondo del sindacato, forse è qualche sindacato che ha cambiato idea. Noi riteniamo che la contrattazione collettiva sia l’unica strada per avere contratti di lavoro efficaci per i lavoratori”. D’altro canto, proprio Fi aveva presentato a inizio agosto una proposta di legge che andava in questa direzione.

 

Brunetta a Palazzo Chigi

 

Di sicuro, Renato Brunetta, presidente del Cnel, è andato nel pomeriggio a palazzo Chigi a consegnare il documento sul lavoro povero approvato stamattina. E Walter Rizzetto, Fdi, presidente della commissione Lavoro della Camera, assicura: “Il tema dei salari lo affronteremo nelle sedi parlamentari, le più adatte per trattare seriamente il tema con riflessioni e proposte della maggioranza sulla base dei rilievi del Cnel, che ringraziamo al pari del presidente Brunetta il quale ha rispettato le tempistiche in modo egregio e ci ha offerto molti spunti. Le nostre – conclude – saranno proposte serie e strutturali per cercare di migliorare le condizioni dei lavoratori”. Dalla prossima settimana il braccio di ferro riprende in Parlamento.

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