Cronaca

Covid, allarme pediatri: a settembre si rischia esplosione contagi

Sale ancora l’indice di positività al Covid-19 in Italia, 2,3% contro l’1,9% di ieri. I nuovi casi individuati dal ministero della Salute sono infatti 2072, a fronte di oltre 89mila tamponi eseguiti. Il bollettino poi fa registrare altri sette decessi. Ieri i casi erano stati 3.127 e tre i decessi. Per quanto riguarda i ricoveri crescono le terapie intensive (+6), con il totale che sale a 162, così come i ricoveri in area medica che aumentano di 55 unità, per un totale di 1.188 ricoverati. Il totale dei contagiati da inizio pandemia sale a 4.289.528, i morti 127.874. A livello territoriale, le Regioni con il maggior numero di contagi sono il Lazio (434), la Sicilia (300), e il Veneto (238).

Allarme pedriati

“La diffidenza mostrata da moltissimi genitori nei confronti del vaccino ci espone ad un altissimo rischio di trovarci a settembre nel pieno di una nuova ondata. Il sistema di hub e centri vaccinali con il quale la Regione Campania ha scelto di procedere non è adatto a questa nuova fase della pandemia, è necessario che i pediatri di famiglia possano vaccinare i propri assistiti, infondendo fiducia nella pratica vaccinale ai moltissimi genitori che scelgono di attendere”. Dalla Campania, la Federazione Italia dei Medici Pediatri interviene con un monito ben preciso sottolineando un “immobilismo che rischia di avere conseguenze gravissime”. A parlare sono il vice presidente nazionale Antonio D’Avino e la segretaria regionale Giannamaria Vallefuoco, consapevoli dei rischi che i giovanissimi corrono a causa del “diffondersi ormai incontrollato” della cosiddetta variante Delta.

A preoccupare i pediatri sono i dati nazionali dei contagi, ma soprattutto le notizie che arrivano dagli studi medici sparsi sul territorio regionale. “Sempre più spesso ci troviamo a visitare bambini che hanno contratto il virus – aggiungono D’Avino e Vallefuoco – e che non sempre hanno forme asintomatiche. Non sappiamo quali possano essere le complicanze a lungo termine dell’infezione da Covid 19 in soggetti così giovani. Ma l’esperienza maturata in questo anno e mezzo ci dice che sarebbe molto meglio utilizzare l’unica arma ad oggi valida contro il virus: la vaccinazione”. Oltretutto, nei piccoli pazienti, al momento in un limitato numero di casi, si è sviluppata quella che si definisce sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), con febbre e sintomi addominali, congiuntivite o eruzione cutanea, ma si registrano anche possibili complicazioni di carattere polmonare o cardiologico che potrebbero insorgere anche a distanza di tempo e in piccoli pazienti che hanno sviluppato l’infezione da Covid-19 in modo del tutto asintomatico.

“A fronte di questi rischi molto concreti, troppi genitori scelgono di non vaccinare i propri figli per paura di fantomatici effetti collaterali dei vaccini”, dicono i pediatri. “E’ ormai essenziale che la Regione convochi la pediatria di famiglia affinché si possa mettere in campo un’azione concreta ed efficace di reclutamento e vaccinazione per tutti gli over 12. Se non si interverrà subito in questo senso, a settembre rischiamo di vivere una nuova ondata e il nostro timore che possano aumentare i bambini/adolescenti che necessiteranno di ospedalizzazione”, concludono i medici.

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