Salis, l’Ue avverte Orban: procedura d’infrazione se violati diritti

Salis, l’Ue avverte Orban: procedura d’infrazione se violati diritti
Al centro Ilaria Salis
6 febbraio 2024

Mairead McGuinness

Nel dibattito della plenaria del Parlamento europeo sul caso di Ilaria Salis, la Commissaria europea ai Servizi finanziari, Mairead McGuinness, ha dichiarato che la Commissione non esiterà ad avviare procedure d’infrazione nei confronti dell’Ungheria se i diritti fondamentali degli indagati e degli imputati non saranno rispettati.

McGuinness ha sottolineato l’importanza di garantire che le condizioni di detenzione non violino i diritti fondamentali, come previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Ha ricordato che, nonostante la questione della detenzione rientri principalmente nelle competenze degli Stati membri, l’UE si aspetta che essi rispettino gli standard del Consiglio d’Europa e le regole del 2006 per i detenuti.

“La Commissione ha adottato una raccomandazione sui diritti procedurali degli indagati e degli imputati in custodia cautelare nel dicembre del 2022. Nonostante non sia vincolante per gli Stati membri, serve come riferimento per migliorare le condizioni carcerarie nell’UE,” ha affermato McGuinness. La commissaria ha menzionato i contatti bilaterali tra l’Italia e l’Ungheria riguardanti Ilaria Salis, evidenziando la possibilità di alternative alla detenzione, come gli arresti domiciliari in attesa del processo. “Questa opzione sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio dell’UE del 2019 sulle misure alternative alla detenzione” ha sottolineato.

McGuinness ha ribadito l’importanza del rispetto dei diritti procedurali per gli indagati e gli imputati nei processi penali, citando sei direttive dell’UE sui diritti procedurali. Ha enfatizzato il divieto di presentare sospetti e accusati in Corte o in pubblico con l’uso di mezzi di costrizione fisica, sottolineando che la Commissione monitorerà attentamente l’efficienza, la qualità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari nazionali degli Stati membri.

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“La Commissione ha esortato gli Stati membri a prendere misure a livello nazionale per allineare le loro prassi alle raccomandazioni del dicembre 2022 sulla detenzione – ha concluso -. Gli Stati membri sono tenuti a informare la Commissione entro 18 mesi dall’adozione delle misure adottate. La Commissione valuterà tali misure e presenterà una relazione entro la fine del 2024. In caso di violazioni dei diritti fondamentali, la Commissione avvierà procedure d’infrazione”.

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