Salvini chiude a Parisi e Maroni apre, due leghe verso congresso

Salvini chiude a Parisi e Maroni apre, due leghe verso congresso
31 luglio 2016

berlusconi parisidi Giuseppe Novelli

Matteo Salvini “è come Umberto Bossi, uno stratega visionario. Io sono più un tattico…”. Mentre Stefano Parisi, “lo osservo con interesse, ma sbaglia quando attacca i partiti”. Il Governatore leghista Roberto Maroni, padrino e predecessore di Matteo Salvini alla guida del Carroccio, cavalca l’esplorazione per il rilancio del nuovo centrodestra a trazione centrista affidata a Stefano Parisi da Silvio Berlusconi per rendere pubblico che al congresso della Lega al momento previsto a dicembre non ci si potrà confrontare solo con il progetto lepenista salvianiano di Lega nazionale, da prendere o lasciare. A Parisi Maroni garantisce “un’apertura di credito” perché “sono un curioso di natura. Ma voglio vedere cosa dirà alla convention di settembre”. Anche se quando Salvini “dice no alle ammucchiate condivido”. Ma il punto di contatto con il suo segretario sembra ridursi a quello e poco altro. Sulla Lega formato Fronte Nazionale proposta da Salvini Maroni è scettico: “Aprire al Sud è un’opportunità e insieme un rischio. Venti anni fa fui spedito da Bossi al Sud per fare la Lega Italia Federale, quel progetto non andò bene” perché “aggregare le forze autonomiste e territoriali con un patto federativo è corretto. Il rischio è che l’investimento al Sud depotenzi il messaggio nordista. Quasi ovunque vada alle feste del partito vedo il simbolo della Lega e poi le bandiere con lo slogan ‘prima il Nord’, quello del mio congresso del 2012”.

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E in ogni caso, sottolinea Maroni, “se si vota nel 2018, o ancor più ovviamente nel 2017, non si può andare da soli, non c’è partita con il M5S” e per la scelta del leader “io sono fautore delle primarie, le ho utilizzate anche al congresso della Lega”. Ragionamento, quello sul centrodestra vincente nelle urne solo se unito, che Maroni ha ben chiaro a maggior ragione per il Pirellone dove lui governa e a cui punta a ricandidarsi grazie all’alleanza centrodestra-Lega. Intanto, Matteo Salvini abbassa sempre di più la saracinesca nei confronti della missione di Parisi. “Purtroppo – dice sulla convention di settembre promossa dall’ex ad di Confindustria- io in quei giorni sarò a Pontida, stiamo organizzando un sacco di cose”. E precisa che “il tempo delle convenienze è finito. Parisi usa la parola lepenista come fosse un insulto, si vede che preferisce andare a braccetto con la Merkel”. Non lascia spazio a “chi ha tradito una volta”. “Ncd sta votando ancora oggi con Matteo Renzi – sottolinea – Alfano è nei comitati per il sì, Parisi dice di essere per il no. Idee poche ma confuse. Poi se vogliono confezionare un nuovo soggetto con gli zero virgola e riciclare Verdini e Cicchitto liberissimi”.

“Salvini e’ un nostro avversario politico, lo e’ per visione e posizionamento, per stile e linguaggio. Se Stefano Parisi parte a settembre senza Salvini, abbiamo il dovere di avviare un dialogo”. Cosi’ il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Simona Vicari. “Sarebbe auspicabile il ritorno di Forza Italia. Roberto Maroni ha spiegato, in sostanza, che i moderati non seguiranno le volgarita’ inconcludenti del leader leghista. Forza Italia torni nel campo dei moderati e popolari, isoli il populismo e partecipi – auspica Vicari – alla stagione delle riforme. Quella stagione che Area Popolare con Alfano ha reso possibile. A settembre Parisi rilanci il dialogo con il mondo moderato e riconosca gli errori che hanno commesso e che hanno contribuito all’isolamento politico di Berlusconi. Bentornato Parisi, bentornata Forza Italia”, conclude l’esponente di Area popolare.

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