Politica

Salvini vola da Orban: se vince anche lui alleanza con suo Ppe. “La nuova Europa difenderà le sue frontiere”

Le polemiche italiane le vuole lasciare fuori, le liquida sprezzantemente con un “Io lavoro”, riguardino le Province o il caso Siri. Perché Matteo Salvini oggi vuole consacrare l’alleanza con Viktor Orban, il teorico della “democrazia illiberale” che da quasi 10 anni governa l’Ungheria puntando forte e picchiando duro sulla lotta all’immigrazione clandestina. La partita è complicata, si gioca in gran parte nel Ppe che per una parte vorrebbe buttare fuori Fidesz, il partito di Orban, dall’altra prende tempo e aspetta l’esito delle Europee.

Ma “se vincerà Orban – assicura Salvini – l’alleanza con il suo Ppe sarà nelle cose”. Il leader ungherese conferma, dice che il Ppe “doverbbe guardare a destra, a chi è contro l’immigrazione come Salvini”, ma non risponde alla domanda se la collaborazione potrà riguardare l’intero fronte sovranista messo in piedi da Salvini, e dunque anche Afd e Le Pen: “A tempo debito…”, risponde evasivo. Anche Salvini prende tempo, chiede di aspettare il voto del 26 maggio, poi si vedrà.

La certezza di oggi, è il rapporto che Salvini ha stretto con Orban. Basato essenzialmente sull’immigrazione: “La nuova Europa difenderà le sue frontiere, il problema non è la redistribuzione dei migranti ma impedirne l’arrivo”, dicono in coro, scambiandosi reciproci complimenti: il leader leghista va ad ammirare il reticolato steso dall’Ungheria al confine con la Serbia, Orban elogia la “difesa delle frontiere marine” messa in atto da Salvini. Il nemico comune è l’Europa della sinistra “che vuole il male dei popoli europei, che ci porterà al Califfato islamico se continuerà a governare”, dice Salvini. Ecco allora che l’alleanza tra destra e Ppe dovrà servire a “tenere fuori la sinistra dalle stanze del potere”.

Sinistra che Salvini irride anche per le preoccupazioni legate alla ‘democrazia illiberale’ teorizzata da Orban: “Noi crediamo nella democrazia, nella libertà, nel rispetto dei diritti umani, nella leale collaborazione tra popoli, Stati e governi. Come per le politiche migratorie abbiamo dimostrato che i porti aperti causava i morti, penso che chi parla a sproposito di democrazia e diritti abbia il risultato contrario rispetto alle sue parole Noi . Con le politiche di austerità e immigrazione, l’Europa ha messo a rischio una pace e una stabilità che dura da decenni e che noi invece vogliamo mantenere per i prossimi decenni”.

La ricetta di Orban, che assicura di essere sostenuto in questo anche da Salvini, sono “Stati nazione più forti”, che sottraggano competenze alla Commissione Europea a partire da quelle sull’immigrazione, con la creazione di un Consiglio dei ministri dell’area Schengen. Ma Salvini prova ad allargare il campo, oltre l’immigrazione. E cita l’Ungheria come modello delle politiche fiscali: “Spero non ci sia nessuno all’interno del governo che rallenti quella che è un’emergenza nazionale perchè ridurre le tasse è l’unico modo per far ripartire il Paese. Puoi mettere una toppa col reddito di cittadinanza per aiutare chi non ce la fa, ma il Paese lo fai ripartire dando lavoro altrimenti la vedo difficile”. Un concetto che il leader leghista riprende anche in serata, quando replica all’accelerazione sulle dimissioni di Armando Siri chiesta dal premier Conte, mentre il sottosegretario chiede di aspettare 15 giorni per essere ascoltato dai pm: “AI Cinque Stelle chiedo velocità sulla flat tax, non sulle dimissioni di tizio o caio”.

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