Sanremo resta a Sanremo: la Rai vince la battaglia per il Festival, ma l’ombra del ricorso aleggia ancora

Dopo una gara pubblica imposta dai tribunali, la tv di Stato consolida il suo controllo sulla manifestazione con un accordo triennale. I dettagli del bando, le clausole stringenti e l’ombra di un nuovo ricorso al Tar Liguria: un’analisi del futuro della kermesse più amata d’Italia.

Il Festival della Canzone Italiana non cambia casa: la Rai si aggiudica la gestione della kermesse per il triennio 2026-2028, mettendo fine a mesi di battaglie legali e trattative al calor bianco con il Comune di Sanremo. Ma il verdetto, annunciato oggi al Tg1, non chiude la partita: un nuovo ricorso minaccia di riaprire il caso.

Un’intesa sofferta

Dopo nove mesi di incertezze, carte bollate e sentenze, la Rai tira un sospiro di sollievo. Il verdetto è arrivato al termine di due giorni di negoziati serrati a Palazzo Bellevue, dove una delegazione di Viale Mazzini, guidata da dirigenti di peso, ha incontrato il sindaco Alessandro Mager, affiancato dagli assessori Alessandro Sindoni ed Enza Dedali. L’accordo, che sarà formalizzato nei prossimi giorni dal Cda Rai e dagli organi comunali, conferma il legame storico tra il servizio pubblico e il Festival di Sanremo, palcoscenico iconico della musica italiana.

La battaglia legale che ha riscritto le regole

La strada per l’intesa è stata tutt’altro che lineare. Tutto è iniziato con il ricorso della società Just Entertainment, che nel 2024 ha contestato l’affidamento diretto del Festival alla Rai, denunciando una gestione opaca. Le sentenze del Tar Liguria (dicembre 2024) e del Consiglio di Stato (maggio 2025) hanno dato ragione alla società, imponendo una rivoluzione: l’organizzazione della kermesse deve passare attraverso una gara pubblica, rompendo una prassi consolidata da decenni.

Il nuovo bando e i paletti del Comune

Il Comune di Sanremo non ha perso tempo, pubblicando un bando per il triennio 2026-2028, con possibilità di proroga fino al 2030. Le condizioni? Draconiane: un’offerta minima di 6,5 milioni di euro a edizione, una clausola anti-flop che limita a un massimo del 15% il calo degli ascolti rispetto alla media degli ultimi cinque anni e l’obbligo di devolvere almeno l’1% dei ricavi pubblicitari alla città. Un pacchetto che ha scoraggiato molti, ma non la Rai, unica concorrente presentatasi alla scadenza del 19 maggio 2025.

Un accordo storico, ma non definitivo

L’intesa siglata oggi è un trionfo per la Rai, che mantiene il controllo del suo gioiello più prezioso. Tuttavia, la partita è tutt’altro che chiusa. Just Entertainment ha già impugnato il nuovo bando, e il Tar Liguria si pronuncerà il 17 ottobre 2025. Un’ombra che potrebbe rimettere tutto in discussione, in un Festival che, oltre alla musica, continua a essere teatro di scontri legali e giochi di potere.

Sanremo resta a Sanremo, ma per quanto tempo? L’accordo con la Rai garantisce stabilità fino al 2028, ma il ricorso pendente tiene alta la tensione. Intanto, la città si prepara a ospitare un’edizione che, tra palco e tribunali, promette di far parlare di sé ben oltre le note dell’Ariston.