Sardegna, via libera alla legge sul fine vita: è la seconda regione in Italia dopo la Toscana

Si tratta di un passo che colloca l’isola al centro di una delle battaglie più divisive degli ultimi anni, in bilico tra diritti civili, conflitti istituzionali e accuse di propaganda politica.
Lo scontro politico
Durissima la reazione del centrodestra. “La Sardegna mal governata da Todde vara una legge inutile e propagandistica”, ha tuonato Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori di Forza Italia, che accusa la presidente della Regione di guidare “abusivamente” e preannuncia battaglia sulla legittimità della norma. Per Gasparri, la materia resta di competenza esclusiva del Parlamento, come chiarito dalla Consulta nel caso toscano.
Dall’altra parte, il fronte progressista rivendica un passo avanti sul terreno dei diritti. “È una legge di civiltà – replica Riccardo Magi, segretario di +Europa – che risponde a sofferenze reali e alla libertà delle persone. L’ostilità ideologica del governo Meloni è disumana”. Magi lancia anche un appello ad altre regioni, citando l’Umbria, affinché seguano l’esempio di Toscana e Sardegna.
Una frattura tra istituzioni e territori
La decisione dell’assemblea sarda porta con sé un interrogativo cruciale: cosa farà adesso il governo? Impugnerà la legge davanti alla Corte costituzionale, come già accaduto con la legge toscana, o lascerà spazio all’esperimento legislativo regionale?
La partita è aperta e si gioca su due piani: quello giuridico, che riguarda i limiti di competenza tra Stato e Regioni, e quello politico, che oppone chi rivendica il diritto all’autodeterminazione a chi denuncia una deriva di propaganda. Il voto sardo, comunque, non resta confinato all’isola. È il segnale di una frattura più ampia che rischia di trasformarsi in un nuovo fronte di scontro nazionale.
