Schlein: con deriva a destra il Ppe tradisce le sue radici

Schlein: con deriva a destra il Ppe tradisce le sue radici
Elly Schlein
20 marzo 2024

La segretaria del Pd Elly Schlein si è detta “molto preoccupata”, stasera a Bruxelles, dello “scivolamento a destra” in corso nel Ppe, che, ha osservato, ne tradisce le radici, e ha criticato fortemente i Popolari e la destra per la loro “ossessione sicuritaria” riguardo all’immigrazione, e per i loro attacchi al Green Deal europeo, accusandoli di soffiare sul fuoco della “paura di cambiamenti che comunque non possono fermare”, invece di aiutare le imprese, i lavoratori e gli agricoltori ad adattarsi alla conversione ecologica.

Incontrando la stampa a margine del suo intervento all’incontro dei giovani progressisti europei intitolato “My Choice, My Voice”, all’Europarlamento, nel quadro della campagna per le elezioni europee di giugno, la segretaria del Pd ha sottolineato che “è bello per ritrovarci da tanti paesi attorno agli stessi valori di solidarietà europea, anziché lasciar morire nella indifferenza le persone in mare, o peggio fare accordi con governi che non rispettano i diritti umani, per l’ossessione sicuritaria di fermare le partenze, di lasciare le persone in paesi che non sono sicuri, né per i loro cittadini, né per i cittadini europei”.

“Come dimostra – ha continuato – la vicenda di Giulio Regeni, che ho voluto ricordare anche qui, perché sono molti anni che portiamo un braccialetto al polso insistere a chiedere verità e giustizia, mentre i suoi assassini sono coperti dal regime egiziano di al-Sisi”. “Siamo qui – ha affermato Schlein – a batterci per salari dignitosi, e per approfittare delle opportunità che ci può portare la conversione ecologica. La destra – ha rilevato – soffia sulla paura di cambiamenti che comunque non può fermare; questa è una presa in giro per le cittadine e i cittadini”.

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“Per fare davvero la conversione ecologica – ha indicato la segretaria del Pd – bisogna metterci risorse, bisogna accompagnare gli agricoltori che sono affaticati dalla crisi del settore, bisogna prendere per mano le imprese, soprattutto le Pmi; bisogna prendere per mano lavoratrici e lavoratori che sono spaventati da questi cambiamenti. Non è negandoli, come sta facendo la destra europea e come stanno facendo i Popolari europei, che risolviamo i problemi di quelle imprese, di quei lavoratori, di quegli agricoltori. Noi siamo quelli che invece li vogliono prendere per mano, per far sì che la conversione ecologica diventi una opportunità di nuovo impresa e di lavoro di qualità. Su questi temi, il Partito Democratico garantisce alla famiglia socialista europea li suo massimo impegno per queste elezioni del 9 giugno”.

A chi chiedeva se dopo le elezioni europee il Pd e i Socialisti intendano votare a favore della riconferma di Ursula Von der Leyen, nonostante lei abbia accettato il manifesto del Ppe che vuole l’esternalizzazione della gestione dei migranti nei cosiddetti “paesi sicuri”, e la marcia indietro parziale dei Popolari sul Green Deal, Schlein ha replicato: “Noi siamo qui per vincere le prossime elezioni europee, nella speranza che il nostro candidato, Nicolas Schmit, sarà il prossimo presidente della Commissione. Questo è il nostro obiettivo”.

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Comunque, ha continuato la segretaria del Pd, “sono molto preoccupata dello scivolamento a destra” del Ppe. “Chiedo io ai Popolari se davvero intendono tradire le loro stesse radici, la loro cultura politica, continuando a rincorrere l’estrema destra su questo terreno molto pericoloso per l’Europa”. “Ho trovato grave questo viaggio in Egitto”, domenica scorsa, di von der Leyen con Meloni e i capi di governo di Belgio, Austria, Grecia e Cipro, “perché quello è un paese che non è sicuro né per gli egiziani, né per gli europei, come abbiamo drammaticamente imparato dalla tortura e dall’uccisione di un ricercatore europeo come Giulio Regeni”, ha osservato ancora Schlein.

“Noi continueremo a opporre a questa visione sbagliata” sull’immigrazione “quella che punta sulla solidarietà Europea”. Nel Parlamento italiano “ho contestato oggi a Giorgia Meloni – ha ricordato la segretaria del Pd – che aveva rinunciato, come governo italiano, a lottare per far passare il principio secondo cui chi arriva in Italia arriva in Europa, e quindi non può essere bloccato in Italia da regole ingiuste”, come quella della responsabilità del primo paese di approdo. E aver rinunciato a questo principio “non è una conquista, come lei la raccolta, è una resa”. Nel governo “sono succubi dei loro alleati nazionalisti come Viktor Orbán, a cui non hanno il coraggio di leggere i Trattati europei, laddove parlano di solidarietà europea e di condivisione equa della responsabilità sull’accoglienza”, ha concluso Schlein.

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