Scienza e Tecnologia

Scimmie clonate in Cina, si riapre il dibattito. Una minaccia?

Ecco Zhong Zhong e Hua Hua, due macachi di Giava identici. Sono nati alcune settimane fa e sono stati clonati in Cina usando la stessa tecnica che fu usata con la pecora Dolly. L’esperimento sulle scimmie, secondo gli scienziati, potrebbe aiutare nella ricerca sulle malattie umane, ma si apre un dibattito molto controverso che pone forti interrogativi etici. “Lo scopo principale di questo esperimento è medico – ha spiegato Mu Ming, direttore dell’Istituto di neuroscienze dell’Accademia delle Scienze di Pechino – ora per molte malattie che sono genetiche, se possiamo produrre un animale clonato con lo stesso background genetico e poi modificare i geni specifici legati a una malattia, possiamo creare scimmie o animali proprio per scopi medici, per testare un farmaco per sviluppare una terapia”.

I due macachi stanno crescendo normalmente. E nei prossimi mesi si attende la nascita di altri esemplari clonati. In molti, però, così come fu dopo l’esperimento di Dolly, ritengono che sia una tecnica pericolosa e la vedono come una minaccia per l’umanità. Anche il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della pontificia Accademia per la vita, tra i massimi bioeticisti della Chiesa, ha commentato in un’intervista al Corriera della Sera la clonazione delle scimmie: “Mi preoccupa la volontà che sta dietro una ricerca simile – ha detto – prima la pecora, poi la scimmia… Pare il tentativo di avvicinarsi all’uomo, come fosse un penultimo passo. Una prospettiva che la Chiesa, naturalmente, non potrà mai approvare”. Ma il direttore dell’Istituto di neuroscienze rassicura sugli intenti: “Non cercheremo di clonare l’uomo e non credo ci sia qualcuno disposto a farlo, la società non lo permetterà. Ma come ogni nuova tecnologia c’è sempre il rischio di un uso improprio. La società, però. deve prendere sul serio queste nuove tecniche”.

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