Sciopero generale per Gaza, migliaia in piazza. Scontro Landini-Salvini: “Minaccia chi esercita un diritto” – “Da Cgil guerra politica”

Cortei in cento città italiane per la manifestazione dichiarata illegittima dalla commissione di garanzia. Cisl e Uil non aderiscono: “Rischio derive estremistiche”.

Matteo Salvini e Maurizio Landini

Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza oggi in circa cento città italiane per lo sciopero generale proclamato da Cgil, Usb e altre sigle sindacali di base contro il riarmo e in solidarietà con Gaza. Una mobilitazione nazionale che ha paralizzato trasporti, scuola e sanità, nonostante la commissione di garanzia abbia dichiarato illegittima l’astensione dal lavoro per mancato preavviso. Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha annunciato ricorso e attaccato duramente il ministro Salvini, accusandolo di “minacciare cittadini che esercitano un diritto costituzionale”.

Le proteste si sono svolte prevalentemente in modo ordinato da Nord a Sud, anche se non sono mancati episodi di tensione. A Torino alcuni manifestanti hanno lanciato oggetti contro le forze dell’ordine, mentre a Firenze sono stati fatti esplodere petardi sui binari della stazione ferroviaria. A Bari si sono registrate contestazioni davanti al consolato israeliano. I promotori hanno comunque rispettato le fasce di garanzia previste per i servizi essenziali.

Nella Capitale i disagi sono risultati contenuti. Il blocco non è stato totale: metropolitana, linea ferroviaria Flaminio-Saxa Rubra-Viterbo e mezzi pubblici di superficie hanno assicurato il servizio, seppure con rallentamenti. La commissione di garanzia aveva dichiarato ieri illegittimo lo sciopero per assenza di preavviso, ma il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha scelto di non procedere con la precettazione, pur avvertendo che non saranno tollerate violenze e annunciando sanzioni più severe per le proteste illegittime.

Landini contro Salvini: “Dovrebbe baciare dove mettono i piedi”

La risposta del leader della Cgil alle parole del ministro è stata durissima. “Non avevo mai visto nella mia vita un rappresentante dello Stato minacciare i cittadini che esercitano un diritto sancito dalla Costituzione. Un governo serio dovrebbe avere l’umiltà di ascoltare e ringraziare”, ha dichiarato Landini davanti ai manifestanti. Il segretario confederale ha rincarato la dose affermando che in piazza ci sono “persone perbene, quelli che pagano le tasse” e che il governo “dovrebbe baciare dove mettono i piedi e non denigrarli o minacciarli”.

Landini ha rivendicato la legittimità dello sciopero e spiegato le ragioni della mobilitazione: “Queste persone sono in piazza per dire no al genocidio e per dire basta a spendere soldi per le armi. Stiamo garantendo i servizi minimi e deve essere chiaro che impugneremo la delibera della commissione di garanzia. Non a caso questa volta la precettazione non l’hanno fatta. Come mai?”.

Il numero uno di corso d’Italia ha preso le distanze dagli episodi di violenza registrati durante le manifestazioni. “Siamo in piazza a volto scoperto per la non violenza e per difendere la pace, per la nostra Costituzione. Chi fa violenza non c’entra con la nostra manifestazione e il nostro sciopero”, ha puntualizzato, aggiungendo che spetta al governo e al ministero dell’Interno garantire la sicurezza. Landini ha poi sottolineato che la protesta è rivolta anche alle scelte di politica interna: “Diciamo al Governo che non è il momento di spendere in armi, ma per la sanità e per alzare gli stipendi. Bisogna ascoltare i giovani che sono al centro di questa mobilitazione”.

L’obiettivo dello sciopero: “Fermare il genocidio e aprire corridoi umanitari”

Il segretario della Cgil ha precisato le finalità della mobilitazione: fermare quello che definisce un genocidio e aprire corridoi umanitari per la popolazione civile di Gaza. “Siamo tantissimi in tutte le piazze e ringrazio chi ha pensato e organizzato la Flotilla. Senza questa intuizione non sarebbe successo tutto quello che è accaduto”, ha affermato, riferendosi alla Global Sumud Flotilla a sostegno della quale è stato indetto lo sciopero.

Landini ha promesso che la mobilitazione continuerà: “Non ci fermeremo fino a quando il problema non sarà risolto e il governo Netanyahu non sarà fermato. Agli attivisti non andrebbe solo pagato il rientro, ma riconosciuto un merito. Hanno difeso i valori della Costituzione e del diritto internazionale”.

Allo sciopero non hanno aderito Cisl e Uil, che hanno scelto una linea differente. La segretaria della Cisl Daniela Fumarola ha spiegato le ragioni della non partecipazione: “Rispettiamo le decisioni degli altri sindacati, ma l’uso compulsivo dello sciopero generale rischia di svilire questo strumento di ultima istanza nelle relazioni sociali e industriali”. Fumarola ha condannato “da sempre il massacro a Gaza, così come continuiamo a condannare l’invasione russa dell’Ucraina”, precisando che “la solidarietà deve esprimersi in termini tangibili, sensati, senza possibili strumentalizzazioni”.

Cisl e Uil prendono le distanze: “Rischio di derive estremistiche”

La leader della Cisl ha lanciato un messaggio indiretto a Landini sull’alleanza con i sindacati di base: “Costruire un fronte unitario con alcune sigle sindacali che fanno dell’antagonismo estremo la loro ragione d’essere rischia di far perdere ruolo e rappresentanza alla tradizione del sindacato confederale italiano. Un andamento che può innescare ulteriori derive estremistiche. Dobbiamo disarmare le parole”. Fumarola ha rivendicato la scelta di “non incendiare il clima sociale del Paese”.

Anche il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri si è dissociato dallo sciopero, lanciando un appello per una “grande iniziativa popolare senza bandiere che unisca il Paese nel segno dell’umanità e della pace”. Una proposta che sembra delineare un percorso alternativo rispetto alla mobilitazione promossa da Cgil e sindacati di base.