Politica

Scuola a giugno, la “raccomandazione” di Bianchi. Mezzogiorno in ordine sparso

La possibilità, ventilata dal nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, di posticipare la conclusione dell’anno scolastico in corso a fine giugno, e anticipare la ripresa del prossimo ai primi di settembre, sarà una “raccomandazione”, un forte invito alle Regioni (alle quali resta in capo definire i calendari scolastici) da prendere in considerazione. Nessun piano calato dall’alto quindi – Bianchi, da ex assessore regionale all’Istruzione dell’Emilia-Rogmagna, conosce bene competenze e problematiche -, mentre le Regioni del Sud si dividono sulla strada da intraprendere.

E’ proprio dal Mezzogiorno, infatti, che Bianchi vorrebbe partire per il suo progetto di revisione del calendario scolastico: “Io voglio ripartire dal Sud che è la zona più in difficoltà perché per rilanciare il sistema si comincia da chi ha più problemi, da chi è più debole”, ha detto in un’intervista oggi al Corriere della Sera. Del resto è al Sud che si sono avuti i problemi maggiori con la Didattica a distanza, prima, e con la Didattica digitale integrata poi.

In realtà la visione di Bianchi sarà “senza vincoli” per le Regioni, precisa ad askanews Cristina Grieco, consigliera del ministro con delega ai rapporti con le Regioni: “Ogni Regione che vorrà allungare il calendario lo potrà fare in autonomia, sarà solo raccomandato prevedere un’apertura della scuola per tutto giugno per attività di recupero e approfondimento, da strutturare in modo diverso, a seconda dei territori e delle scuole. I docenti sono in servizio fino a fine giugno, sarebbe un peccato non sfruttare la scuola, in modi e forme auspicabilmente diverse non sarà male dare qualche opportunità in più”.

Non si tratterà quindi “un’opportunità strutturata a livello nazionale nello stesso modo”, perchè “la situazione tra Regioni è molto variegata”, prosegue Grieco: “Sul calendario scolastico la competenza è e resta delle singole Regioni: dire a livello nazionale che si allungano le lezioni di 3-4 settimane può anche non essere utile. Diverso è dire non chiudiamo le scuole finiti gli scrutini, ma facciamole diventare un punto di aggregazione per recuperare il gap relazionale o di apprendimento, con interventi diversificati tra le età, con recuperi e approfondimenti. Su una obbligatorietà dei recuperi per docenti e studenti si dovrà discutere”, conclude la consigliera di Bianchi.

Intanto – mentre si sottolinea che nell’incontro avuto con Bianchi il ministro non ha parlato di allungare il calendario – le regioni del Sud Italia vanno in ordine sparso: c’è chi apre a posticipare le lezioni a fine giugno (Basilicata) ma con una pausa più lunga a Pasqua (Calabria) o con un accordo nazionale per i docenti (Sicilia); chi non è d’accordo (Puglia, Sardegna, Campania) e conferma che il calendario resta quello già deciso, ma si prevedono dei recuperi; chi ritiene che l’allungamento si possa fare ma nell’ambito di una revisione di scrutini ed esami (Molise). Tutto al netto dell’andamento della pandemia. Askanews ha raccolto la posizione delle Regioni del Sud, con i commenti degli assessori regionali all’istruzione.

CAMPANIA – Lucia Fortini, assessore a Scuola, Politiche sociali e Politiche Giovanili Regione Campania: “In Campania il calendario resta quello già approvato: le scuole termineranno il 12 giugno. Ma con Bianchi siamo in sintonia: ci siamo confrontati con la IX Commissione della Conferenza delle Regioni e non ci ha parlato di allungare il calendario. Del resto non si potrebbe fare l’esame di Maturità. Su settembre ci ha detto che per l’1 tutto dovrà essere pronto per la partenza, anche se è un proposito. Ha sempre ribadito che il calendario è una competenza regionale e tutto il lavoro dovrà essere fatto in coordinamento con le Regioni. Siamo assolutamente in linea con Bianchi. La nostra scuola non si è mai fermata, non c’è nulla che i nostri docenti devono recuperare: se ci sono competenze che devono recupeare i ragazzi, siamo pronti e in linea con il ministero”.

CALABRIA – Sandra Savaglio, assessore all`Istruzione, Università, Ricerca scientifica e Innovazione Regione Calabria: “Sarebbe bello fare la scuola sempre, come si fa nel nord Europa. Anticipare a inizio settembre è la cosa giusta; prolungare a fine giugno è possibile se prima ci sono momenti di stacco completo, si potrebbero aumentare di 2 settimane le vacanze di Pasqua. Gli insegnanti hanno lavorato tantissimo, perchè la scuola non ha chiuso: la Dad è molto stressante. Con il caldo il virus circolerà di meno, si potrebbe andare a scuola fino a fine giugno utilizzando gli spazi aperti. Bisogna potenziare il tracciamento”.

PUGLIA – Sebastiano Leo, assessore Diritto allo studio e Scuola Regione Puglia: “Anticipare a settembre va bene, ci si può ragionare, pandemia permettendo, ma sul posticipare a fine giugno non sono d’accordo. Le scuole hanno lavorato tanto, con Dad, Ddi e presenza si è fatto quello che si doveva fare. Prima di decidere va capito cosa è stato fatto e cosa si potrebbe fare fino al 30 giugno, considerando che i docenti sono impegnati negli esami di Stato. Non penso che sulla scia dell’entusiasmo si possa dire prolunghiamo la scuola. Ma prima di un no definitivo vogliamo comprendere cosa significa”.

BASILICATA – Francesco Cupparo, assessore Attività produttive, Lavoro, Formazione, Sport Regione Basilicata: “Siamo favorevoli a posticipare la chiusura delle scuole al 30 giugno, anche perché così si raccoglierebbero le sollecitazioni degli studenti che hanno chiesto di recuperare le lezioni in presenza. Per l’anticipo a inizio settembre, non abbiamo ancora un parere: avvieremo una consultazione con i dirigenti scolastici”.

MOLISE – Roberto Di Baggio, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale del Molise: “Quando abbiamo incontrato Bianchi non se ne è assolutamente parlato, ma per noi sul prolungamento problemi non ce ne sono, anzi: già l’anno scorso avevo proposto di fare lezioni d’estate, invece di dare contributi per le ludoteche o i campi estivi. Quindi la proposta è importante, ma fa fatta in un discorso complessivo, che contempli scrutini ed esami. Bisogna poi vedere cosa accade con l’andamento epidemiologico e le vaccinazioni di insegnanti e personale Ata. L’anticipo a settembre è da valutare: la scuola e sconfiggere il virus devono essere le priorità”.

SICILIA – Roberto Lagalla, assessore Istruzione Regione Sicilia: “Siamo disponibili a prorogare la scuola a fine giugno: ci ritroviamo nella proposta di Bianchi di prolungare le lezioni. Ma bisognerà verificare prima, a livello nazionale, la disponibilità dei docenti: serve un accordo nazionale, il governo deve definire chiaramente le regole d’ingaggio dei docenti. La Sicilia comunque aveva già in mente di avviare, dall’1 aprile e fino a settembre, un programma, con adesione volontaria delle scuole, per il recupero degli apprendimenti perduti, con attività extrascolastiche. Riguardo l’anticipo a settembre, preferiremmo una coda dell’anno in corso: in Sicilia in quel periodo siamo ancora in piena estate e nella stagione turistica, servirebbero anche investimenti sugli impianti di climatizzazione nelle scuole”.

SARDEGNA – Andrea Biancareddu, assessore Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport Regione Sardegna: “Sono contrario a terminare la scuola a fine giugno, va chiusa così come già prevede il calendario, anche per un fattore climatico. E per settembre è giusto riprendere dalla metà, non anticipare: le famiglie hanno sofferto già abbastanza per il Covid, posticipare la chiusura e riaprire prima sarebbe una punizione ulteriore”. askanews

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