Teatro di Segesta (foto Giuseppe Di Salvo)
In un’estate siciliana densa di eventi, il Segesta Teatro Festival 2025 si impone come faro culturale del Centro-Sud, conquistando 17 mila spettatori – record assoluto – con un cartellone che intreccia arte, storia e un potente messaggio di condanna a ogni forma di guerra e violenza. Sotto la guida del regista Claudio Collovà, il festival ha trasformato il Teatro Antico e il Tempio Dorico in palcoscenici vivi, dove la bellezza archeologica si fonde con spettacoli di altissimo livello.
La quarta edizione firmata Collovà ha offerto un programma compatto ma eclettico: 11 concerti, 20 rappresentazioni teatrali, 4 coreografie, 6 prime nazionali e 8 compagnie under 35. Dal Teatro Antico, ampliato a oltre mille posti, al Tempio Dorico che ha ospitato concerti suggestivi, il festival ha spaziato dalla tragedia classica alla commedia latina, dal rock alla musica d’autore, fino alla danza contemporanea e agli spettacoli all’alba. Tra i momenti indimenticabili, Filippo Graziani che intona i brani del padre Ivan con il pubblico, Peppe Servillo con il suo omaggio napoletano, l’energia di Emilio Solfrizzi, Laura Morante avvolta nella bandiera palestinese e il monito contro la guerra di Virgilio Sieni. Un filo etico ha attraversato ogni performance: la condanna universale di violenza e conflitti, ribadita con forza dagli artisti.
“I 17 mila spettatori sono il frutto di scelte coraggiose e della capacità di coniugare la magia di Segesta con una proposta culturale di qualità,” dichiara Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale ai Beni culturali. “Storia, paesaggio e cultura si fondono in un’offerta unica, capace di attrarre pubblici diversi e di valorizzare i nostri Parchi archeologici.” Il direttore del Parco, Luigi Biondo, sottolinea la crescita esponenziale: “Il Ministero ha premiato la nostra qualità con punteggi mai così alti. L’ampliamento della cavea e l’attenzione al pubblico hanno fatto la differenza in una stagione altamente competitiva.”
Claudio Collovà, direttore artistico e regista di un applauditissimo Oedipus di Seneca, descrive l’edizione come “un susseguirsi di doni emozionanti da parte degli artisti.” Tre sold out per la sua regia, con Giuseppe Pambieri protagonista, testimoniano il successo di un festival che non si limita agli spettacoli ma si radica nel territorio attraverso laboratori che creano connessioni tra partecipanti e il contesto archeologico. “Abbiamo raggiunto un livello altissimo di attenzione e concentrazione,” aggiunge Collovà, “con un pubblico curioso e affezionato che continua a crescere.”
Il Segesta Teatro Festival si conferma non solo un evento di richiamo, ma un modello di come la cultura possa essere motore di turismo e riflessione. In un’epoca di conflitti globali, il messaggio di pace lanciato dagli artisti risuona potente, mentre i numeri record dimostrano che l’investimento in qualità e autenticità paga. Resta una domanda aperta: riuscirà Segesta a mantenere questo equilibrio tra tradizione e innovazione, diventando un punto di riferimento culturale ancora più solido per il futuro?