Semaglutide orale è arrivata in Italia, nuova cura per diabete tipo 2

Semaglutide orale è arrivata in Italia, nuova cura per diabete tipo 2
19 aprile 2022

Il diabete mellito tipo 2 è una malattia caratterizzata da alto zucchero nel sangue che colpisce in Italia circa il 7% della popolazione adulta, oltre 3 milioni di persone a cui bisogna aggiungerne circa 1 milione che ha la malattia ma ancora non lo sa, perché è una patologia che spesso non dà sintomi. L’arrivo in Italia di un innovativo farmaco rimborsato dal Servizio sanitario nazionale e basato sul principio attivo dalla semaglutide, getta le basi di una nuova era per il trattamento del diabete mellito. Lo spiega Riccardo Candido, responsabile Centro diabetologico del distretto 4 di Trieste: “I capisaldi della terapia del diabete restano un alimentazione equilibrata e l attività fisica. Accanto a questo, per permettere una cura precoce ed efficace e mantenuta nel lungo termine, abbiamo dei nuovi farmaci tra i quali i Glp-1 agonisti recettoriali e proprio recentemente la formulazione orale di uno di questi che è appunto la Semaglutide orale”.

Ecco come funziona: “I Glp-1 agonisti recettoriali sono una classe di farmaci che già da qualche anno abbiamo disponibili nella pratica clinica. Finora l’unica modalità di somministrazione era quella iniettiva, sottocutanea. Semaglutide era già disponibile nella sua formulazione iniettiva settimanale, adesso per la prima volta è stato reso disponibile un Glp-1 agonista recettoriale somministrabile per via orale. Questo è stato reso possibile grazie al fatto che la molecola di Semaglutide è stata coniugata con un’altra molecola che è in grado di ridurre l acidità dello stomaco attorno alla compressa e questo permette il rapido assorbimento del farmaco”. Attraverso l’assunzione orale, il farmaco esprime al meglio la sua efficacia. “E una modalità più comoda. E’ in assoluto il farmaco orale per il diabete più efficace. Non solo sulla glicemia ma anche su altri parametri come il peso corporeo, la pressione arteriosa, i grassi (lipidi). E questo permette di iniziare precocemente questa modalità terapeutica”.

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Il diabete riduce la speranza di vita di chi ne è colpito di 4-6 anni e spesso produce conseguenze invalidanti. Con danni alla vista, ai reni, al cuore e ai nervi. E si rilevano con maggior frequenza infarti e ictus. Per prevenirlo sono fondamentali gli esami del sangue. I parametri per individuare se abbiamo un diabete o siamo a rischio sono la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicata. L’indicazione che noi come società scientifica diamo è che dopo i 45 anni, soprattutto se siamo soggetti in sovrappeso, obesi, sedentari, se abbiamo una pressione alta, se abbiamo una familiarità, di eseguire questi esami e di fare lo screening della malattia diabetica”.

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