Senato approva voto ai 18enni con 125 sì. Maggioranza spaccata

Senato approva voto ai 18enni con 125 sì. Maggioranza spaccata
L'Aula del Senato
10 settembre 2020

L’aula del Senato ha approvato la riforma costituzionale che consente ai diciottenni di votare per eleggere i senatori. Attualmente è necessario aver compiuto 25 anni per esercitare questo diritto. I sì sono stati 125, 84 gli astenuti (Italia Viva, Fratelli d’Italia e Forza Italia), nessun contrario. Il testo torna alla Camera per la terza lettura, per poi tornare al Senato per l’approvazione finale, per la quale sarà necessaria la maggioranza assoluta, trattandosi di una legge costituzionale. Il decreto in questione va a modificare le regole di elettorato attivo e passivo per l’elezione del Senato della Repubblica e si accompagna alla legge sul taglio dei parlamentari, oggetto del referendum del 20 e 21 settembre 2020.

Dunque, l’età per votare in Senato si abbassa a 18 anni (non più a 25). Una modifica sostanziosa e di grande impatto che potrebbe portare 4 milioni di elettori in più e va ad intaccare l’articolo 58 della Costituzione. Di conseguenza l’iter di approvazione è rafforzato: due passaggi in Senato e due alla Camera, come si prevede per le riforme costituzionali. La notevole differenza tra i limiti di età previsti per le due camere rispondeva ad un’esigenza – molto diffusa ai tempi dei costituenti – di assicurare maggior consapevolezza politica per quanto riguarda l’elezione del Senato. Ciò perché alla Camera “alta” erano conferiti tradizionalmente maggior prestigio e responsabilità. Oggi questa distinzione è caduta, e quindi la sproporzione di età tra le Camere non ha più ragione di esistere, da ciò nasce il ddl che amplia l’elettorato in Senato. Senza contare che se la riforma fosse approvata si avrebbero ben 4 milioni di elettori in più, un numero che potrebbe fare la differenza e incidere sul risultato delle prossime elezioni.

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“Noi insistiamo per ‘svecchiare’ il Parlamento, non solo aprendo ai 18enni-elettori, ma soprattutto a chi ha 25 anni e che, in base al testo della riforma, potrebbe diventare senatore – afferma la vice capogruppo di Italia Viva Laura Garavini -. Prendiamo atto che i 5 Stelle e Pd invece si fermano all’elettorato attivo: noi siamo sempre dalla parte dei giovani e voteremo contro l`emendamento presentato dal senatore Parrini che di fatto toglie ai 25 enni la possibilità di essere eletti in Senato. Basta con le riforme abborracciate , bisogna fare sul serio per cambiare il Paese, rinnovando la sua classe dirigente”, conclude la senatrice renziana. A modificare il disegno di legge è stato un emendamento depositato oggi dal Pd, con un ‘dietrofront’ che ha riportato così il testo allo stesso approvato a Montecitorio il 31 luglio 2019 e cioè senza l’elettorato passivo. Il centrodestra si è astenuto.

“Percorsa un’altra tappa decisiva verso il diritto per quattro milioni di giovani italiani tra 18 e 25 anni di votare per il Senato”, scrive su Fb il senatore del Pd Dario Parrini, presidente della commissione Affari costituzionali. “Abbiamo rinunciato al momento – prosegue Parrini – all’abbassamento da 40 a 25 anni dell’età a partire dalla quale si può diventare senatori. Lo abbiamo fatto per senso di responsabilità, per non costringere la Camera a ricominciare daccapo con una nuova prima lettura perdendo così altri mesi preziosi dopo i 6 di congelamento persi a causa del Covid”.

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