Senato dà via libera al depistaggio. Pd: stop prescrizione dopo primo grado, ok da M5s

Senato dà via libera al depistaggio. Pd: stop prescrizione dopo primo grado, ok da M5s
26 maggio 2016

di Enzo Marino

senatoL’Aula del Senato ha approvato il ddl per l’introduzione nel codice penale del reato di inquinamento processuale e depistaggio. Ci sono stati 170 sì, un contrario e 3 astenuti. Il testo torna alla Camera. Il disegno di legge prevede l’introduzione nel codice penale del reato di inquinamento processuale e depistaggio, non ancora previsto nel nostro ordinamento penale.  Un ddl atteso da anni dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi che rimanda ad alcuni snodi cruciali della storia recente italiana: dalla vicenda di Piazza Fontana a all’attentato alla stazione di Bologna, dalle stragi mafiose al caso Moro. Il ddl, che ora torna alla Camera, introduce il reato di depistaggio rivoluzionando l’art. 375 del codice penale e prevedendo pene detentive fino a 12 anni per i pubblici ufficiali ‘infedeli’. Pene che, al Senato, sono state ulteriormente inasprite. Il nuovo art. 375 configurato dal ddl disciplina “la reclusione da 3 a 8 anni del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che, per impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale, immutata artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato” o, di fronte alla richiesta dell’autorità giudiziaria di fornire informazioni in un procedimento penale, “afferma il falso, nega il vero o tace”. Se tale depistaggio avviene occultando, danneggiando o alterando, anche parzialmente, un documento o un oggetto elemento di prova la pena può essere aggravata da 1/3 alla metà. Si prevede il carcere da 6 a 12 anni, inoltre, se il fatto è commesso in relazione a delitti come associazioni sovversive, associazioni con finalità di terrorismo attentato contro il Presidente della Repubblica, devastazione saccheggio e strage o sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione, ma anche i reati concernenti il traffico illegale di armi o di materiale nucleare, chimico o biologico. Pena che, può essere diminuita dalla metà a 2/3 per chi si adopera a ripristinare “lo stato originario delle prove, dei luoghi o delle persone” alterate da chi vuole depistare. Il ddl, infine, innalza la pena per frode processuale (che da 6 mesi a 3 anni diventa da 1 a 5 anni) e prevede l’interdizione dai pubblici uffici per reati puniti con pene superiori a tre anni.

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cassonCASSON Per il senatore Felice Casson, relatore del provvedimento, “si tratta di una vicenda che definirei per certi versi storica, se ci limitiamo anche solo a ricordare cosa è successo attorno a vicende come la strage di piazza Fontana o di piazza della loggia, la strage di Peteano, la strage di Bologna, attorno al caso Moro e alle stragi mafiose degli anni Novanta del secolo scorso, ci rendiamo conto di come sia quanto mai opportuno e direi necessario dal punto di vista sociale e politico prevedere ipotesi e fattispecie di reato specifiche per coloro che in maniera infedele hanno operato contro l’accertamento della verità per queste drammatiche vicende”. Per Casson “si è ritenuto opportuno configurare il delitto di depistaggio in prima battuta e soprattutto come delitto proprio del pubblico ufficiale, con una pena base che viene individuata dai tre agli otto anni e, nei casi particolari di alterazione di documenti, di distruzione di atti sempre al fine di sviare od occultare le indagini, si ha un’aggravante speciale per quanto riguarda questi comportamenti”. “Si hanno previsioni particolari  – conclude il senatore – se queste frodi processuali da una parte e false dichiarazioni o dichiarazioni renitenti o reticenti vengono rese all’interno di procedimenti penali che riguardano i delitti più gravi previsti dal nostro codice penale, cioè quelli di strage, di terrorismo, di criminalità organizzata e alcuni altri specifici reati indicati”.

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BOLOGNESI “Dopo due anni di battaglie, sollecitazioni e appelli, finalmente il Senato ha votato l’introduzione del reato penale di frode processuale e depistaggio. E’ un risultato che condivido con tutte le Associazioni dei familiari delle vittime di terrorismo e stragi”. Lo dichiara Paolo Bolognesi, deputato Pd, presidente dell’Associazione 2 agosto 1980, primo firmatario della proposta di legge (n. 559) che definisce il depistaggio un reato del codice penale, già approvata dalla Camera il 24 settembre 2014, dove tornerà in seconda lettura, e votata oggi dal Senato. “L’introduzione di questo reato rappresenterà una svolta storica per il Paese – afferma Bolognesi – un taglio netto con l’impunità data a chi ha utilizzato il depistaggio per coprire le responsabilità di esecutori e mandanti. E soprattutto garantirà il futuro di ogni cittadino dal rischio di essere privato della verità. Adesso”, conclude Bolognesi “attendiamo che la legge venga approvata definitivamente entro il 2 agosto, data dell’anniversario della più grave strage del dopoguerra”.

PRESCRIZIONE Intanto, sono circa 800 le proposte di modifica alla riforma del processo penale, che incide anche sulla prescrizione e sulla disciplina delle intercettazioni, presentate dalle forze politiche. Trecento circa gli emendamenti presentati da Fi, una trentina da Area popolare, ma ci sono anche emendamenti del Pd, una cinquantina, e di questi un pacchetto a firma del capogruppo in commissione, Giuseppe Lumia. Il Pd, frattanto cerca di chiudere la partita sul nodo prescrizione: i relatori di maggioranza, Casson e Cucca, hanno presentato oggi un emendamento al ddl di riforma del processo penale nel quale “la prescrizione cessa di operare dopo la sentenza di primo grado”. Una soluzione che dovrà passare il vaglio della commissione al Senato ma che incassa già l’ok dei 5 stelle. “Sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado? Il Movimento 5 Stelle, che pure propone la sospensione dopo il rinvio a giudizio e’ pronto a votare anche questa misura che e’ comunque un buon passo avanti”. Cosi’ i capigruppo del Movimento 5 Stelle in Commissioni Giustizia Senato, Enrico Cappelletti ed il collega della Camera Vittorio Ferraresi commentano l’emendamento presentato dai relatori del provvedimento Casson e Cucca. “La maggioranza per approvare il provvedimento c’e’ – continuano Cappelletti e Ferraresi – ci auguriamo che questa sia la posizione ufficiale del Pd e che il partito di Renzi non si pieghi per l’ennesima volta agli interessi di Ncd e Verdini”.

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Una proposta arriva anche dal Ncd: portare il tetto della prescrizione per i reati di corruzione a 16 anni e mezzo e non a 21 anni a 9 mesi come prevede attualmente la riforma del processo penale al vaglio della commissione giustizia del Senato. In pratica, si chiede non di incidere sull’articolo 157 del codice penale che riguarda direttamente la prescrizione, ma sul 161 che tratta della sospensione e delle interruzioni del procedimento. Il tempo di prescrizione e’ aumentato del massimo della pena piu’ di un terzo, prevede infatti l’emendamento a firma di Albertini, capogruppo in commissione giustizia, e Bianconi, depositato oggi.

 

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