Economia

Si guarda al dopo Covid-19, Lagarde vede “meno incertezza” ma con tante incognite

Sono due le cose che in questo momento spaventano di più la presidente della Bce, Christine Lagarde. “La prima è la stupidità e l’arroganza che potrebbe innescare una nuova guerra. Abbiamo appena celebrato l’anniversario della Prima Guerra Mondiale e il pensiero che potremmo tornarci in qualche modo per me è orripilante. Penso che sarebbe saggio tenersene alla larga usando i mezzi diplomatici”.

“La seconda – ha affermato, rispondendo ad una domanda al termine del forum annuale dell’istituzione, che normalmente si svolge a Sintra, in Portogallo, ma che quest’anno si tenuto inevitabilmente in modalità virtuale – è una cosa che può sembrare stupida ma che non lo è. Sono i visoni. Non so se avete sentito tutti dei visioni danesi, che sono stati abbattuti a milioni. Perché è veramente un segno che il virus, che è arrivato all’uomo dagli animali ora sta andando dall’uomo agli animali. E questa sarebbe veramente una notizia devastante – ha avvertito Lagarde – perché significherebbe che qualunque nuovo vaccino venisse scoperto non funzionerebbe contro nuove trasformazioni del virus”.

Il forum Bce si è così chiuso con note un po’ cupe, ma del resto si sta verificando una nuova ondata virale. E per parte sua il presidente della Federal Reserve, la Banca centrale Usa, Jerome Powell ha detto che quello che teme di più “è il riscio che ci sia qualche danno di lungo termine sull’economia e sulla vita delle persone. Sulle piccole imprese – ha detto – sui lavoratori che restano senza un impiego a lungo e perdono lo stile di vita che hanno”. Precedentemente, invece, Lagarde aveva offerto spiragli anche meno cupi. “Abbiamo chiaramente un po’ meno di incertezza su vari fronti” rispetto a inizio pandemia. Ma “non voglio essere esuberante” sulle notizia positive riguardo ai vaccini: “ci sono ancora tante incognite sulla logistica, sulla fabbricazione, sulla quantità di gente che potrà essere vaccinata nei prossimi mesi”. Stavolta però, “forse i governi hanno imparato che un lockdown totale non è probabilmente il modo più efficiente di gestire la seconda ondata”.

Per parte sua la Bce è pronta a intervenire, l’istituzione ha più volte anticipato che al Consiglio di dicembre rimetterà mano a tutte le sue misure anticrisi. E su questo Lagarde ha ribadito che la durata in cui verranno assicurate le future misure di supporto della politica monetaria sarà “cruciale” tanto quanto la mole che avranno i provvedimenti stessi. Ha avvisato le banche. “Nelle circostanze attuali è necessario che stiano molto attente ai loro bilanci” e alle entità a cui hanno erogato credito “perché è chiaro che in alcuni settori ci saranno difficoltà e fallimenti e ci vorrà tempo per rientrare dalle difficoltà”. La crescita dei crediti deteriorati (Npl) “richiederà accatonamenti ed è anche interesse del settore agire in modo ragionevole, affinché non ci sia uno shock da Npl”, ha detto. Infine, l’euro digitale. “La mia opinione è che potremmo andare in quella direzione, ma non significa che sarà disponibile a breve” perché ci sono diversi aspetti da affrontare, come sull’antiriciclaggio e sul piano tecnologico. “E’ un progetto che probabilmente ci terrà impegnati 2-3-4 anni prima del lancio”, è la previsione della presidente. “Chiaramente – ha ammesso – la pandemia ha accelerato i preparativi” sulla possibilità di creare un euro digitale.

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