Politica

Si scalda la corsa per la successione Nato, i primi nomi. C’è anche una donna

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, deve incontrare oggi alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden, un incontro che verterà innanzitutto sulla guerra in Ucraina, ha anticipato Washington, ma che avviene nel momento in cui si scalda la corsa per la guida dell’Alleanza atlantica. Stoltenberg, segretario dal 2014, dopo tre proroghe del suo mandato ha espresso l’intenzione di farsi da parte alla scadenza formale dell’incarico, a settembre. E in vista del vertice Nato di luglio a Vilnius, le manovre per la successione si intensificano, mentre lo stesso Stoltenberg è impegnato in un tour delle capitali del club atlantico per consultazioni pre-summit.

 

Biden in terapia

 

L’incontro con Biden, inizialmente previsto ieri, è stato riprogrammato per oggi perché il presidente Usa si è sottoposto a una terapia canalare imposta in tempi brevi da dolori ai denti nei giorni scorsi. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ieri ha evitato di esprimersi sulla possibilità che Biden chieda a Stoltenberg di prolungare di nuovo il suo mandato, ma ha elogiato il “lavoro eccellente” dell’ex premier norvegese. La scorsa settimana, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha perorato direttamente al leader americano la candidatura del suo ministro della Difesa Ben Wallace. Il presidente Usa ha anche incontrato la premier danese Mette Frederiksen, altra potenziale contendente.

 

Wallace papabile

 

In conferenza stampa con Sunak al suo fianco, Biden ha definito Wallace “molto qualificato”, ma ha osservato che le discussioni tra i leader della NATO per arrivare a una scelta di “consenso” per sostituire Stoltenberg è sempre in corso. Va da sé che l’opinione di Biden ha un peso enorme sull’esito finale, dato che gli Usa sono i primi finanziatori della Nato e leader fondativi dell’Alleanza. La stessa Frederiksen per ora cerca di tenere un profilo basso e ha minimizzato sulla sua candidatura dopo aver incontrato Biden la scorsa settimana. La premier danese non ha voluto dire se ha discusso con l’inquilino della Casa Bianca la questione, dicendo di non volere “proseguire oltre queste speculazioni sulla NATO”. L’alleanza non ha mai avuto un segretario generale donna e questo appare un punto a favore dell’opzione danese.

 

Nodo spesa militare

 

Londra cerca così di mettere paletti. Un funzionario del governo britannico dietro anonimato ha sottolineato che il Regno Unito vuole essere sicuro che il prossimo segretario generale “porti avanti l’ottimo lavoro di modernizzazione di Stoltenberg, ma comprende anche l’importanza della spesa per la difesa in questo momento critico”. E la Danimarca è rimasta indietro rispetto all’obiettivo di portare la spesa militare al 2% del prodotto interno lordo entro il 2030. Il governo centrista ha comunque annunciato alla fine di maggio di porsi l’obiettivo di investire 143 miliardi di corone (20,6 miliardi di dollari) nella difesa nel prossimo decennio, citando un “quadro di grave minaccia”. La Casa Bianca non ha risposto direttamente se Biden possa considerare dirimente l’aspetto dei finanziamenti alla spesa militare per la scelta del nuovo segretario generale.

 

L’Alleanza guarda oltre l’Europa

 

“C’è la sensazione che sia giunta l’ora che l’alleanza scelga una leader donna”, fa notare Andrew Hyde, senior fellow allo Stimson Center, thing tank americano di un certo peso nelle analisi in materia di sicurezza internazionale. Allo stesso tempo, aggiunge, con la guerra in Ucraina che infuria da oltre un anno, “c’è anche la sensazione che dovrebbe essere qualcuno dell’Europa orientale”. La premier estone Kaja Kallas e lituana Ingrida Simonyte, soddisfano entrambi i requisiti. Alcuni osservatori sostengono che un leader di uno dei paesi baltici potrebbe essere percepito come una ulteriore provocazione da parte russa. E l’Alleanza d’altronde guarda anche oltre l’Europa, alle sfide in termini di equilibri globali che si giocheranno nell’area dell’Indopacifico. Per tradizione e non per statuto, il regista della Nato, composta al momento da 31 Paesi, è un politico europeo.

 

Si pensa a una donna

 

La presidente slovacca Zuzana Caputova e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sono stati citati come potenziali candidati. Così pure la vice primo ministro canadese Chrystia Freeland, anche se le sue origini ucraine potrebbero rivelarsi una complicazione. Anche il primo ministro olandese Mark Rutte è stato menzionato tra i contendenti. E c’è sempre la possibilità che gli alleati prevalgano su Stoltenberg per prolungare ancora una volta il suo mandato, sempre che questa sia un’opzione considerata opportuna a Washington. “Il presidente crede che chiunque sia il segretario generale della Nato dovrebbe essere una persona che l’intera alleanza può sostenere e può guidare l’alleanza nel futuro perché c’è un futuro di trasformazione davanti all’alleanza”, ha detto Kirby. “Ogni volta che questa guerra finirà, comunque finirà, la Nato sarà diversa”.

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