Cronaca

Si spinge a tutto gas sulla terza dose. Il pasticcio del Green pass

Si spinge a tutto gas sulla terza dose. E, in tal senso, è in arrivo una stretta natalizia anti-Covid. Il nuovo piano del governo è già stato abbozzato dagli esperti. Dovrebbe entrare in vigore la prima decade di dicembre per evitare l’impennata della pandemia. Ma i veri tempi li detterà i numeri che produrrà il Coronavirus. La principale novità sta tutta nel Green pass: diminuire il suo tempo di validità e cambiare le modalità per ottenerlo. L’ipotesi più accreditata e che il certificato verde avrà una durata di nove mesi e non più di un anno come attualmente è in vigore. Addirittura, c’è anche l’ipotesi che prevede una scadenza sei mesi dopo aver fatto la seconda dose. Quest’ultima strada, tuttavia, appare impercorribile, in quanto tra qualche settimana, da un giorno a l’altro, milioni di italiani si ritroverebbero con il Green pass scaduto, mandando in tilt l’Italia. Il taglio dei tempi di validità nasce dal fatto che oramai è acclarato che dopo sei mesi dalla seconda dose, l’efficacia del vaccino anti-Covid cade a picco. Uno scenario che, per gli scienziati, apre la porta alla quarta ondata, facendo ripiombare tutti nell’incubo lockdown.

In cifre, dal report dell’Iss emerge che “su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati”. In questo contesto, domani la Camera dovrà convertire in legge l’ultimo decreto sul Green pass e il governo sarebbe orientato a farlo passare con il voto di fiducia. Un modo per evitare strappi nella maggioranza, il tutto in vista della revisione di fine mese del certificato verde. Non solo la durata di validità nel mirino di Palazzo Chigi ma, come detto, anche le modalità di come ottenere il certificato verde che, al momento, sono tre: guarigione, vaccinazione e tampone (rapido o molecolare). Una delle idee al vaglio è quella di eliminare la possibilità di ricevere il certificato per 48 ore attraverso i test antigienici, che sono scientificamente lo strumento meno affidabile per individuare la positività. In altre parole, il timore degli scienziati è che con la presenza di “falsi negativi”, il Covid-19 continui a diffondersi.

In sostanza, si pensa a un Green pass solo a chi è vaccinato. Intanto, le terze dosi si avviano a raggiungere quota 2,5 milioni (ieri alle 18 erano 2.492.086 ovvero 48,57% della popolazione potenzialmente oggetto di dose booster che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno sei mesi). Insomma, bisogna spingere sulla terza dose per arginare la quarta ondata (dall’1 dicembre la potranno fare anche gli over 40). L’Iss continua a rimarcare che “la terza dose va fatta, soprattutto per le categorie per cui è raccomandata ora, perché il waning (calo dell’efficacia vaccinale, ndr) già si vede, pur restando protetto chi è vaccinato in maniera determinante rispetto a chi non si è immunizzato”. Frattanto, ci sono milioni di italiani, a cominciare dai primi vaccinati (sanitari, personale ed ospiti delle Rsa, soggetti fragili, anziani), che hanno completato il ciclo nel primo semestre dell’anno e, dunque, la loro copertura dal virus, sulla base delle ultime evidenze scientifiche, è calata. Milioni di italiani che dal prossimo gennaio saranno pronti a ricevere la terza dose.

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